FATHER BEFOULED – Anointed In Darkness – Live In Europe
Tra aprile e maggio dell’anno scorso il tour Holy Desolation Over Europe ha visto gli americani Father Befouled sbarcare sul suolo europeo per la prima volta, accompagnati da altre band del panorama estremo come Encoffination, Krypts e Jupiterian: un bill di un certo calibro, per gli amanti dei suoni pesanti. Anointed In Darkness – Live In Europe è stato rilasciato come testimonianza di quel tour, precisamente della prima data, tenuta il 30 aprile nel locale amburghese Bambi Galore.
I Father Befouled scatenano il loro death metal cavernoso sul pubblico per l’intero arco del set. I brani dal vivo assumono una ruvidezza inedita e lo spessore del muro del suono evocato dalla band convince i presenti, che esprimono il proprio apprezzamento. Ancora più marcescenti che su disco, i pezzi alternano momenti di velocità spietata all’opprimente buio che sgorga dal lato doom tipico degli americani. L’esibizione è convincente nella sua autenticità e i Father Befouled si impegnano a mantenere quell’aura sacrilega che li ha resi noti tra i fan del death blasfemo. Non dovrebbe sorprendere nessuno che si tratta di una delle band più consigliate se cercate musica che si avvicini allo stile degli Incantation.
Le tracce si susseguono con brutalità, interrotta solo di rado da alcune parole del cantante Justin Stubbs, che in realtà non fa molto per interagire con il pubblico, forse anche conscio del fatto di avere a disposizione appena poco più di mezz’ora. Alcune delle canzoni selezionate per questa data hanno subito un leggero rimaneggiamento, presentando così qualche piccola differenza in confronto alla versione presente su album: ad esempio il libretto ci informa dell’alleggerimento di circa un minuto su “Ungodly Rest”, uno dei due estratti presenti dell’ultimo Desolate Gods (2017). All’orecchio attento poi non sfuggirà la presenza di qualche errore nell’esecuzione, come verso l’inizio di “Exalted Offal”, ma ciò non risulta un problema per quanto riguarda la riuscita delle atmosfere; se con uno sforzo di immaginazione durante l’ascolto ci immedesimiamo con chi si trovava sotto il palco, è difficile pensarci pentiti o annoiati. La scaletta non si sbilancia sulle ultime uscite, che comunque hanno il loro spazio, come ad esempio la traccia che dà il titolo all’EP dell’anno scorso Holy Rotten Blood o, come già detto, un paio di estratti dall’ultimo Desolate Gods, ma la band preferisce senz’altro fare un salto indietro a Morbid Destitution Of Covenant (2010), dal quale viene estratta ben metà dei brani proposti, a partire da “Sacrilegious Defilement” in apertura.
Questa mezz’ora abbondante scorre veloce, e per quanto i Father Befouled non siano una band che negli anni ha conosciuto svolte stilistiche di qualche rilievo, essendosi dedicati a raffinare il proprio modo di suonare, trovo comunque un peccato l’assenza di brani estratti dal debutto Obscurus Nex Cultus (2008), probabilmente escluso proprio per esigenze di tempo. Poco male, la funzione dell’album dal vivo non è quella del greatest hits, ma di offrire un’idea di come possa essere la band sul palco anche a chi non ha potuto vederla di persona; forse è per questo che un’uscita del genere non è poi così comune, in quanto necessita di una certa sicurezza nelle proprie capacità di esecuzione. Per quanto i Father Befouled siano una band dal suono derivativo, rimangono i primi della classe in ciò che fanno e la scelta di pubblicare Anointed In Darkness è la prova della sicurezza nei propri mezzi.