FEUERZEUG – Dead Wahines And Tsunamis
Gruppo: | Feuerzeug |
Titolo: | Dead Wahines And Tsunamis |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Svizzera |
Etichetta: | Irascible |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:10:01 |
È sempre tempo di stoner, ma l'estate? L'estate è climaticamente e per visioni mistiche la stagione più adatta per affossarsi e farsi affossare da una mole imponente di uscite del genere. Un'ondata di musica desertica ascoltata magari in riva al mare e che aumenta la calura, ottimo segnale per godersi al meglio un tuffo rinfrescante e ovviamente mai farsi mancare una bibita fresca, se c'è quel gusto alcolico adatto non guasta di certo. Chi non conosce e non ha mai attuato questa sorta di modus operandi?
Certo la Svizzera, patria natìa dei Feuerzeug, il mare non ce l'ha e il deserto non sa cosa sia, eppure questo grintoso quartetto di Losanna composto da David Van Neeg (chitarra e voce), Marc Cappelletti (batteria), Esteban Von Wolfsburg (chitarra) e Terry Pinhard (basso) sembra proprio uscito dal panorama stoner made in U.S.A. Prendete gli esempi più classici di Kyuss e Fu Manchu, aggiungete un tocco Q.O.T.S.A. e avrete fra le mani il suono di questi ragazzi, se invece dovessimo parlare di nomi europei gente come Dozer, Low Rider e Truckfighters sarebbe con tutta probabilità la prima della lista, la Svezia ha una serie di band da paura e non lo scopriamo oggi.
I Feuerzeug hanno debuttato nel 2009 con "Drive Fast And Crash" e a tre anni di distanza si ripresentano con "Dead Wahines And Tsunamis", lo tsunami c'è davvero ed è prodotto da tredici pezzi che incanalano energia, grinta e il fascino di alcuni aspetti retrò seventies and spacey/psych in una proposta che non disdegna mantenere il piede ben pigiato sull'acceleratore e una "Fusion Van" stranamente e gustosamente corredata di feeling Offspring nel cantato n'è la prova.
Il disco si prende le sue dovute pause distanziandosi dai momenti ricchi di vibrazioni e fuzz-driven desert, ciò si percepisce nello pseudo rilassamento utilizzato a preludio dell'ennesimo brainwashing emotivo come avviene nei due capitoli a titolo "Cruising The Desert", il secondo di questi diviene lo spartiacque fra la prima parte più fast dell'album, nella quale spiccano canzoni come "Cyclops Will Be Beheadead" e "Evel Knievel Has Kissed The Devil", e la conclusiva dove è impossibile non notare un aumento del minutaggio per canzone dovuto all'addensarsi del fattore psichedelico innestato, con ottimi risultati, in brani quali "Release The Kraken" e la titletrack posta in coda.
La produzione perfetta, la prestazione strumentale invidiabile, veramente fluido e coinvolgente l'asse ritmico con il basso di Terry in gran spolvero, e il particolare modo di cantare di David, il cantante ricorda in più di un'occasione una strana collisione fra Maynard dei Tool, Kurt Cobain dei Nirvana e come detto poco più sù anche un Dexter Holland d'annata, più per impostazione che per timbro, danno una marcia in più a "Dead Wahines And Tsunamis".
È un lavoro importante questo dei Feuerzeug, una dichiarazione di maturità e la pretesa di non voler ricoprire un ruolo marginale all'interno di uno dei settori musicali più floridi e qualitativamente migliori. Con il terzo album potrebbero porre definitivamente il loro nome sulle bocca di tantissimi e a quanto pare le intenzioni ci sono proprio tutte. Lo stoner è sonorità affini sono la vostra vita? "Dead Wahines And Tsunamis" entrerà a farne parte, in originale, questo era ovviamente sottinteso.