Firienholt - White Frost & Elder Blood| Aristocrazia Webzine

FIRIENHOLT – White Frost And Elder Blood

Gruppo: Firienholt
Titolo: White Frost And Elder Blood
Anno: 2023
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Naturmacht Productions
Contatti: Bandcamp  Spotify
TRACKLIST

  1. Trails Of Destiny
  2. The Wolf And The Raven
  3. Shadows Of The Great Flame
  4. Tedd Deireádh
DURATA: 44:38

Dopo averli incrociati la scorsa estate nel corso della nostra seconda passeggiata lungo la strada tracciata dai Summoning, i Firienholt sono tornati una manciata di giorni fa con il loro secondo album. Pianole e arpeggi distorti, piripiri e drum machine, rantoli infestanti e cori epici: se By The Waters Of Awakening aveva fatto al caso tuo, non vuoi perderti White Frost And Elder Blood.

Non stupisce che il secondo disco dei Firienholt resti oltranzista e fedele agli stilemi più classici dell’epic black. Laddove in By The Waters Of Awakening si leggeva una derivatività accettata e fatta propria con poco margine di innovazione, ora invece troviamo una certa misura di personalità in più. Un pizzico, poco più di una zaffata o due, ma il passo in avanti in cui speravo in prima analisi sembrerebbe esserci stato — o, quantomeno, starebbe avvenendo.

White Frost And Elder Blood comincia con un’apertura da manuale. A differenza di quanto non faccia la sua — bellissima — copertina, firmata da Carl Ellis, “Trails Of Destiny” offre all’ascoltatore la possibilità di immergersi in un panorama cupo, a tratti tetro. Tutto parte della coltre di mistero che i Firienholt a questo giro hanno provato a inserire nelle loro trame, dilatando le narrazioni strumentali fino ad arrivare a lidi quasi doomici. “White Wolf And Elder Blood” giunge quando meno te lo aspetti e soppianta l’apripista in maniera sibillina, quasi stregonesca. L’atmosfera resta densa di magia e mistero per buoni due terzi dell’ascolto. Poi la svolta: la batteria incalza con la doppia cassa e i synth ricamano uno sfondo epico niente male su cui si erge un ottimo ritornello in voce pulita.

Lo spartiacque della breve ma consistentissima scaletta è dato dall’attacco di “Shadows Of The Great Flame” che, come “Trails Of Destiny”, torna a rendere palese quanto i Firienholt abbiano fatto i loro compitini delle vacanze, prima di pubblicare White Frost And Elder Blood. Movimentato, ma più tradizionale del suo predecessore, anche il terzo brano in scaletta regala piccole gioie a chi presta attenzione. Mi riferisco all’arpeggio continuo di tastiere che accompagna cantato e cavalcata alla chiusura: una chicca ben nascosta nel mix, ma che crea un ulteriore movimento in una sezione già bella dinamica, per un quantitativo di epicità importante. E ancora più importante è il livello di epicità che mette in gioco la conclusiva “Tedd Deireádh”, che sa molto di “Book Of The Fallen” (anche in quanto a durata) o, perché no, di Keys Of Orthanc. Lasciando le dovute sorprese in caldo, una nota di merito va ugualmente fatta, a questo punto, per chi come il sottoscritto è arrivato a questo punto senza cogliere i riferimenti tematici.

Non bastasse il fatto che il terzetto di Leeds faccia epic black a farti venir voglia di ascoltarlo, questo dettaglio potrebbe essere un game changer, per te. I Firienholt me l’hanno fatta sotto al naso, perché White Frost And Elder Blood è un concept album ed è ispirato — amante dell’opera di Sapkowski, puntami contro il dito con aria di superiorità: me lo merito — alla saga di The Witcher, e più nello specifico a fatti e personaggi della terza opera videoludica dell’universo fantasy derivato dalla mente dell’autore polacco.

Come detto qualche rigo più su, il passo in avanti che stavamo aspettando dai Firienholt potrebbe essersi già compiuto o, forse, White Blood And Elder Blood non è che un primo segno di una più profonda evoluzione intrapresa dal progetto inglese. In ogni caso, quello che cercavamo, c’è: il secondo album del trio è già uscito in CD e in digitale via Naturmacht, mentre le edizioni su nastro e vinile arriveranno nei mesi a venire. Io, fossi in te, mi segnerei le date.