FLAGELLUM DEI – Order Of The Obscure | Aristocrazia Webzine

FLAGELLUM DEI – Order Of The Obscure

 
Gruppo: Flagellum Dei
Titolo:  Order Of The Obscure
Anno: 2011
Provenienza:  Portogallo
Etichetta: Pestilence Records
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TRACKLIST

  1. Intro
  2. Conjures Fire
  3. Inferno Em Mim
  4. Order of The Obscure
  5. Necropolis
  6. Ossadas
  7. From The Dark Light…
  8. Black Metal Blood
  9. Sacrificial Whore
DURATA: 40:53
 

La scena portoghese ha di nuovo fra le sue fila i Flagellum Dei, con un nome simile, che implica volente o nolente che il pensiero richiami il personaggio battagliero di Attila, il gruppo lusitano sfodera a distanza di quattro anni dal secondo album un "Order Of The Obscure" che più minaccioso non si può. La Pestilence Records, etichetta a supporto della proposta, sembra trovarsi a più riprese nel fornire i propri servizi a questo tipo di black efferato e maligno.

Nove tracce di pura violenza che innescano ricordi e alternano riffing a tempesta ad attimi evocativi, esempio n'è "Conjures Fire", traccia all'interno della quale un rituale mormorato inizialmente diviene un lungo urlo finale che si spegne nel vuoto per poi riaffiorare sotto forma di satanica risata e far scatenare la violenza di un drumming arrembante che la conclude.

Non vi è uno schema preciso nella successiva "Inferno Em Mim" che prendere in considerazione come pure sfogo di un delirio sembra essere la via più corretta. È frenesia sparata a mille, brutalità senza compromesso e gli assoli squinternati e più casinisti che altro vi s'installano perfettamente, aumentando l'inquietudine che la canzone riesce a trasmettere. Ai Flagellum Dei questa perversa atmosfera piace e se ne compiacciono con il pezzo a seguire, "Order Of The Obscure", nel quale pur cambiando la componente portante — è adesso più teatrale vocalmente con quegli acuti in sottofondo, mentre un growl/scream abissale scava fosse tutt'intorno — mantiene l'aria malsana con il puzzo di morte e l'aura volutamente e quasi beceramente satanista d'assalto che si conquistano uno spazio considerevole.

Del resto è innegabile che, pur esasperando le soluzioni in velocità e tentando costantemente di avvalorare la tesi d'esser brutti, sporchi e cattivi, un brano come "Necropolis", con il suo elegante manto nero ambientale sul quale il canto pulito si estende a più riprese, mostra come la band non sappia esclusivamente battere il ferro anche se, proprio nello stesso pezzo, si scateneranno come a voler far sottintendere che sia quella la loro natura principale e non vogliano affatto rinunciarvi. Si susseguono poi piastrellate in faccia quali "Ossadas", "Black Metal Blood" e Sacrificial Whore" il cui unico comandamento è quello d'affondare sempre e comunque il colpo.

La scelta di spezzare il mood guerrafondaio piazzando prima delle ultime due canzoni uno strumentale, "From The Dark Light", può considerarsi di buona riuscita dato che né questo pezzo, né "Intro" risultano essere un mero riempitivo, ma collaborano nel mantenere vivida quella coltre nera a cui la musica dei Flagellum Dei ci espone.

La produzione è ruvida, cruda, i suoni sono tutt'altro che perfetti e in alcuni casi i volumi non proprio accurati, il complesso raggiunge ugualmente il proprio scopo: creare un marasma infernale.

"Order Of The Obscure" potrebbe interessare gli ascoltatori dei Gorgoroth pre Gaahl, dei no-compromise Urgehal e forse qualche fan dell'esplosività di casa Marduk, i restanti probabilmente lo troveranno non troppo interessante e potrebbero far fatica ad arrivare alla fine. Un tentativo però perché non farlo?