FOG OF WAR – Fog Of War
Gruppo: | Fog Of War |
Titolo: | Fog Of War |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | U.S.A. |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 41:04 |
Che l'underground thrash metal sia in pieno fermento credo sia alquanto palese, stanno venendo a galla tante buone realtà combattive e motivate, anche se spesso munite di meno mezzi al cospetto di alcune sorrette più dalle etichette che dalla musica in sé. È per questo che di frequente si viene coinvolti dalla ricerca e dall'ascolto, e fra i tanti mi è capitato di imbattermi nei Fog Of War.
La giovane band suona uno speed-thrash serrato, tagliente e volitivo, che riporta alla mente i primi Flotsam & Jetsam per come le canzoni risultano coinvolgenti. Il cantante Mosh Braum non si tira certo indietro quando c'è da spingere, dilettandosi in passaggi dediti a un quasi falsetto, pur non essendo ai livelli del caro A.K. dei bei tempi. A quanto ho letto in giro però il ragazzo punta i piedi anche dal vivo, facendosi sentire, e ciò la dice lunga per quanto riguarda la personalità del personaggio. Altra cosa importante sono gli assoli ficcanti, sia quando si attestano su melodie facili e decisamente fruibili, sia quando incrementano la componente caciarona e aggressiva che mette in risalto la voglia di divertimento che tale musica può e sa regalare.
"Fog Of War" è un album d'esordio, un concentrato di puro e salutare scapocciamento: brani quali "Death Penalty", "Enforcer", "Kills On Contact" e — lasciando scorrere la scaletta — "Six-Packin' Heat", "Taking Over" e la conclusiva "D.O.A." (con annessa la divertente traccia fantasma) sono qualificabili come puro e semplice divertimento. Le influenze sono molteplici e riconoscibilissime, pensate a tutto quello che amate del thrash, quello che vi porta ad alzare una birra come un'arma divina e fottervi il collo come se non ci fosse motivo per fermarsi, ebbene i Fog Of War fanno questo effetto.
Le composizioni peccano per la presenza di situazione di déjà vu, ma a chi non succede? A salvarle e dar loro motivo di ascolto sono la carica che sanno imprimere ai pezzi; un lavoro di batteria che sa pestare e trovare in passaggi anche semplicissimi la cosa giusta da fare al momento giusto (come a esempio l'ingresso del campanaccio in "Six-Packin'Heat che personalmente mi fa godere non poco); un basso che si ritaglia spazi brevi in cui si prende licenza di evidenza. Suono e produzione infine ne valorizzano il complesso.
Tirando le somme, suppongo che una serata alcolica a base di buona musica non dispiaccia a nessuno e in tal senso i Fog Of War potrebbero essere una delle colonne sonore possibili da utilizzare e sicuramente fra le più adatte.