FOG OF WAR – Here Lies Humanity | Aristocrazia Webzine

FOG OF WAR – Here Lies Humanity

 
Gruppo: Fog Of War
Titolo: Here Lies Humanity
Anno: 2015
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Abiogenesis
  2. No Evacuation
  3. The Glow
  4. Victims Of Progress
  5. Here Lies Humanity
  6. They Live, We Sleep
  7. Nuclear Nightmare
  8. Mkultra
  9. Subject Mk1325
DURATA: 38:31
 

I thrasher Fog Of War hanno alle spalle più di una decade di attività, noi li avevamo incontrati nel 2010 con il disco d'esordio e ora li ritroviamo con il secondo lavoro "Here Lies Humanity". Forti di una formazione ormai stabile da tempo e di una voglia di divertirsi mai accantonata, ci propongono una prestazione speed-thrash all'interno della quale le influenze heavy-power classiche hanno acquisito una rilevanza considerevole.

Se con "Fog Of War" ci trovavamo ad ascoltare un gruppo che tirava spesso in ballo realtà come Flotsam & Jetsam, Nuclear Assault, Holy Terror, Forbidden e Artillery, in questa nuova uscita abbiamo modo di incrociare anche soluzioni attingenti dal repertorio di artisti quali Iron Maiden, Helloween e Blind Guardian; questi ultimi presenti perlopiù nell'interpretazione vocale, ascoltate a esempio "The Glow" dove è inoltre presente alla voce l'ospite Jake Nunn (Hysteria e Sentinel Beast). La band non mette da parte però la vena più diretta e caciarona, che affiora in episodi coinvolgenti e dai tratti più arrembanti come "No Evacutation", "They Live, We Sleep" e il meraviglioso "Victims Of Progress", vera hit del disco grazie al lavoro svolto ritmicamente e in chiave solistica dalle chitarre di Branum e Alex Winkley e al ritornello da urlare a squarciagola.

La scaletta scorre rapida e inesorabile, i suoi neanche quaranta minuti scivolano via fra una scapocciata e l'altra, portandosi con sé la prestazione di una band alla quale non mancano energia e adrenalina. Il buon aiuto garantito dalla produzione assicura infine una più che piacevole resa generale, dandoci modo di apprezzare la strumentazione senza alcun problema di sorta; anche in questa occasione il basso giunge all'orecchio in maniera nitida e distinta.

"Here Lies Humanity" è il frutto di chi sa come farsi ascoltare.