FORGOTTEN TOMB – …And Don’t Deliver Us From Evil | Aristocrazia Webzine

FORGOTTEN TOMB – …And Don’t Deliver Us From Evil

Gruppo: Forgotten Tomb
Titolo: …And Don’t Deliver Us From Evil
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Agonia Records
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TRACKLIST

  1. Deprived
  2. …And Don’t Deliver Us From Evil
  3. Cold Summer
  4. Let’s Torture Each Other
  5. Love Me Like You’d Love The Death
  6. Adrift
  7. Nullifying Tomorrow
DURATA: 52:31

Usciti dal mero circuito del sottosuolo black metal anni or sono, i Forgotten Tomb ormai si muovono ad ampio raggio all’interno del panorama metal, girando l’Europa in tour e regalando ai fan uscite a getto continuo, fra le quali una compilation celebrativa della loro carriera (“Vol. 5: 1999-2009”) e uno split tributo a GG Allin in compagnia dei terremotanti Whiskey Ritual. Date queste premesse, credo sia importante esplicitare il mio punto di vista sulla band, al fine di offrire la chiave di lettura per questa critica. Il sottoscritto in tempi passati ha adorato letteralmente “Springtime Depression” e in generale apprezzato il periodo classicamente depressive, trovando la proposta di Herr Morbid e soci sincera e genuina. La svolta di “Negative Megalomania” invece mi spiazzò di netto, ma il colpo di grazia lo diede “Under Saturn Retrograde” a causa della sua mancanza di incisività e di un alleggerimento inatteso.

Oggi “…And Don’t Deliver Us From Evil” mi fa rimpiangere le sperimentazioni di “Negative Megalomania”! I Forgotten Tomb infatti ripiegano su loro stessi, non trovando più il bandolo della matassa. Assemblano una summa per recuperare parzialmente la componente depressive-suicidal delle origini, sfruttando ancora i solchi scavati dall’animo doom e una certa vena southern (palese esclusivamente in “Deprived”). Purtroppo però la cattiveria della traccia che porta il titolo dell’opera è completamente sterile, con le chitarre incapaci di incidere, tanto che è soltanto lo screaming a giustificare l’etichetta di band estrema per i Forgotten Tomb; con un po’ di rammarico ripenso alla volontà di rivalsa e alla rabbia che sprigionava “A Dish Best Served Cold”… Il senso di disagio e malessere è totalmente assente e i numerosi frangenti melodici eccessivamente facili, così da perdere di interesse dopo pochi ascolti. Non aiuta lo scorrere del disco nemmeno la durata dei brani, che sovente scollina quota sette minuti. Sono soltanto due pezzi a salvarsi: l’apertura “Deprived” giustifica i propri sei minuti con una varietà di contenuto decisamente alta, fra classici arpeggi, richiami ai Katatonia e un amalgama sviluppato da un gruppo esperto, mentre “Adrift” ha finalmente una direzione precisa, quella della conquista di un pubblico allargato grazie all’utilizzo della voce pulita e di melodia in quantità.

“…And Don’t Deliver Us From Evil” è un disco che potrà essere apprezzato esclusivamente da consumatori saltuari e poco pratici di sonorità oscure; viceversa chiunque abbia esperienza nel settore ripiegherà certamente altrove, sulla produzione passata o su altre band. Stento davvero a trovare una spiegazione circa la direzione che vorrebbero intraprendere i Forgotten Tomb, dal mio punto di vista hanno imboccato un vicolo che si va via via stringendo, fino a rivelare di essere cieco. Suoni curati, promozione ed esperienza non sono sufficienti per salvare i big del settore. Qui si finisce fra i flop dell’anno 2012.

Nota: la versione promozionale cd offerta da Agonia Records non contiene nessuna delle due tracce bonus presenti nelle edizioni dell’album: chi acquisterà il digipak troverà un rifacimento di “Transmission”, brano dei Joy Division, mentre gli amanti del vinile la cover di “Sore” dei Buzzov•en.