FORTÍÐ – Völuspá Part III: Fall Of The Ages
Gruppo: | Fortíð |
Titolo: | Völuspá Part III: Fall Of The Ages |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Islanda |
Etichetta: | Schwarzdorn Production |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 44:42 |
È arrivato il momento che il cerchio si chiuda: gli islandesi Fortíð giungono al terzo capitolo della personale interpretazione musicale della "Völuspá". "Völuspá" («la profezia della veggente») è il primo poema contenuto nell'Edda Epica, in esso si narrano la nascita e la fine del mondo tramite i racconti di una volva (o veggente) a Odino; vi si descrive l'Yggdrasil (albero del mondo) e vengono riportati la morte di Baldr, il tradimento di Loki e il Ragnarök (la conclusione della vita).
I Fortíð in realtà sono composti dal solo Einar "Eldur" Thorberg, il polistrumentista islandese si è fatto aiutare nell'esecuzione di questo ambizioso progetto da vari ospiti, ma la musica è esclusivamente farina del suo sacco.
Siamo giunti al fine della storia: appena inserito il cd nel lettore, il racconto prende forma da subito con le note di "Ancient Halls", brano strumentale che spande atmosfere dense e pesanti preparatorie alla massiccia sferragliata che "Ragnarök Army From The East" si impone di infliggerere. La traccia, lunga quanto variegata, combina passaggi prettamente atmosferici a sfuriate vere e proprie, così come in guerra in un attimo la calma si tramuta in un trambusto, dove il sulfureo aroma della morte, leader indiscussa di ogni scontro, prende il sopravvento.
Le soluzioni in voce pulita aumentano il fattore epico nel decantare liriche impregnate di misticismo. Il black metal melodico ficcante ed esplosivo si lancia nella successiva "Fall Of The Ages" in una corsa a perdifiato e quando il pezzo sembra stia per esplodere ecco uno stacco a dettare tempi più quadrati. Trascorrono i minuti e la mente mi rimanda ai primi passi compiuti dai Borknagar, passi nei quali l'epicità vichinga, le melodie e il black metal raggiunsero una delle vette compositive più alte dello stile.
Con la poetica "Equilibrium Reclaimed", la malinconia sacrale sprizza dalle linee vocali suadenti quanto evocative. L'aria triste e quel senso di antico che percuotono ogni singolo secondo dell'incedere ricordano stavolta gli Enslaved che furono, quelli di "Frost" o "Eld", con la tensione atmosferica percettibile e pulsante pronta a inspessirsi, tramutandosi in rugiada grigia all'ingresso della successiva "New Dawn".
Il suono acustico ha il sopravvento, i sintetizzatori accompagnano delicatamente l'andamento e anche quando la chitarra diventa possente e distorta è la voce a tenere campo con il fascino semplice di chi scandisce con passione e reale fervore parole a cui tiene particolarmente. "Heltekinn" ne è contraltare, dalla prima battuta le ampie melodie e la batteria impazzita spazzano via qualsiasi rimasuglio della malinconia precedente, viaggiando su binari battaglieri e carichi di orgoglio; le chitarre fremono sino alla parte centrale, quando una scia quasi doom ne segna il cammino, conducendo alla lunga e conclusiva "The Future".
La traccia è prestante, spessa, maestosa, ma scura. Il futuro e la rinascita si rivelano minacciosi. Tempi lenti ed espansi ne caratterizzano l'incedere trascinato e struggente, le note armoniose fanno intravedere un barlume di speranza stagliarsi oltre il velo cinereo che la ricopre. Bisogna comunque attendere gli ultimi due minuti per un'accelerazione improvvisa che la vivacizzi.
"Völuspà Part III: Fall Of The Ages" è un album che bisogna assimilare con attenzione; merita ascolti su ascolti per coglierne le varie sfaccettature e i cambi di umore. Se siete fra i possessori dei primi due capitoli, questo non può assolutamente mancarvi; mentre se vi fosse capitato per caso di ascoltare solo quest'ultimo, non lasciatevolo scappare e vedrete che per un motivo o un altro, interesse o semplice curiosità, andrete a ricercarne anche le parti precedenti. Per essere acquisita, una storia necessita che il percorso da lei descritto sia completo.