FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS – The Cross
Freddy Delirio (all’anagrafe Federico Pedichini) non è certamente un nome sconosciuto nel panorama musicale italiano: il musicista toscano, oltre a essere coinvolto in vari progetti collaterali, vanta infatti una collaborazione di lunga data nei Death SS, nei quali ha fatto valere le sue indubbie qualità come tastierista. Stavolta lo incontriamo tuttavia, circondato da numerosi ospiti, in veste di polistrumentista e unico compositore di questo The Cross, debutto licenziato dalla leggendaria Black Widow Records a nome Freddy Delirio And The Phantoms.
La grintosa ed energica “Frozen Planets” è un inizio che lascia già intravedere le coordinate generali dell’intero album: un hard rock teatrale e arrembante, leggermente sfumato di tinte metalliche, con una forte spinta sinfonica che delinea surreali atmosfere di stampo gotico. Un certosino lavoro di chitarre e tastiere, incentrato perlopiù su tonalità magniloquenti e sinistre, esalta tanto le capacità tecniche quanto la miscela di influenze presenti, componendo lo scheletro di un’opera piacevole e attraente, sia dal punto di vista strumentale che per quanto riguarda l’apparato atmosferico. Pur essendo tutto sommato abbastanza lontano dal metal in senso stretto, The Cross risulta un ascolto equilibrato e interessante.
Pochi dubbi sul fatto che le atmosfere di stampo horror siano il leitmotiv del disco, come ben evidenziato da pezzi quali “Inside The Castle” e “The Circles”, tuttavia il punto di forza risiede certamente nella capacità di coniugare tale caratteristica con influssi di diversa origine: si va infatti dal tipico prog settantiano (“Afterlife”) all’hard rock più oscuro (“Guardian Angel”, “In The Forest”), passando per episodi più evanescenti (“Cold Areas”), pesanti inserti sintetici (“In The Fog”, “Liquid Neon”) e i dettami di una certa espressione occulta gotica tipicamente nostrana (“The New Order”, “The Ancient Monastery”). Tutti questi elementi sono amalgamati con maestria ed eleganza, sempre mantenendo una propensione evidente per quella teatralità spiccata che è il perno concettuale e musicale dell’album.
The Cross si propone infatti come una finestra aperta su un altro mondo, popolato di ombre, spiriti, angeli, demoni e divinità antiche: forse lo scopo è spingere a una conoscenza più profonda di ciò che ci circonda, alla maturazione di una consapevolezza che permetta di far coesistere ciò che è visibile con ciò che non lo è. Inoltre è interessante notare come l’intero apparato lirico sia sempre volto a veicolare comunque messaggi fondamentalmente positivi.
In ogni caso, il viaggio che Freddy Delirio ci fa intraprendere è interessante e coinvolgente e, al netto di un’inevitabile alone derivativo e di qualche momento di stanca perlopiù dovuto a un certo ricircolo di soluzioni, il lavoro nel suo insieme funziona bene, ricreando a dovere quell’impalpabile sensazione di sospensione tra i mondi. Risultando molto efficace nel ritrarre con una buona potenza immaginifica scenari un po’ antitetici, contemporaneamente luminosi e oscuri, The Cross è un’espressione musicale ispirata, la quale permette a Freddy Delirio di evidenziare quell’eterno dualismo conflittuale della natura umana, inevitabilmente ed eternamente divisa tra luce e ombra.