FROSTLAND DARKNESS – Ad Moriendum Dei Gratia
Gruppo: | Frostland Darkness |
Titolo: | Ad Moriendum Dei Gratia |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Finlandia |
Etichetta: | Inverse Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 42:40 |
Vi ricordate di Mantus Nord e del suo progetto Frostland Darkness? Se la risposta fosse no, vi rimando alla recensione riguardante il debutto "Sign Of Inverted Cross". Il musicista finnico, proveniente da Kolari, cittadina situata in Lapponia e adesso trapiantato nella capitale Helsinki, è tornato a farsi vivo a tre anni di distanza da quella prima prova con il secondo album intitolato "Ad Moriendum Dei Gratia". Sarà cambiato qualcosa? Avrà affinato il suo modo di comporre o avuto modo di elaborare soluzioni alternative per svecchiarne il suono? Direi di no e non è detto che tutto ciò sia per forza da considerare negativo.
Mantus suona Black Metal e da ciò che è stato racchiuso nei sette pezzi di questo nuovo capitolo discografico è evidente il suo desiderio di non distaccarsi dalla corrente norvegese-finnica che ha segnato il periodo anni Novanta del genere, producendo lavori ferali, minimali e melodicamente affilati come lame. La preparazione e la realizzazione dei brani — che non raggiunge gli apici segnati dai grandi nomi di quell'era nera e nemmeno il loro fascino, oggi difficilmente riscontrabile in chi ripropone tali gesta musicali — sono però coerenti quasi esclusivamente col gusto degli ascoltatori integralisti del genere.
Del resto il disco possiede momenti apprezzabili: sia gli attimi di puro sconforto insiti in episodi quali "Kuolleen Uni" e "Tuhon Kirkkaudessa" che le atmosfere dense e scure contenute nel pezzo d'apertura "Rienaaja" e "Sinut Saatanalle", per quanto siano palesemente scelte artistiche arcinote, si fanno ascoltare. Infine il contorno fornito dalla produzione, ovviamente tutt'altro che lucida, è solo l'ennesimo tassello situato al posto corretto internamente a un puzzle sonoro già scritto e conosciuto da tempo.
I Frostland Darkness non sono forieri di novità, non seguono le mode e non gliene frega nulla di farlo: quindi se siete incalliti fruitori di dischi similari, in questi caso, e solo in questo caso, un ascolto ad "Ad Moriendum Dei Gratia" dovreste darlo.