GAOTH ANAIR – Gatherings In The Dark | Aristocrazia Webzine

GAOTH ANAIR – Gatherings In The Dark

 
Gruppo: Gaoth Anair
Titolo: …Gatherings In The Dark
Anno: 2004
Ristampa: 2012
Provenienza: Nuova Zelanda
Etichetta: Swampkult Productions
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TRACKLIST

  1. Awoke By The Bloodstone Gate
  2. Assault Chariot Of Scythes
  3. Gatherings In The Dark
  4. Fifth Plague
  5. Tempestuous Half Shadows
  6. Scratching Over The Face Of Black Angel
  7. Night Meditation Part One
  8. Forgotten Wanderers On The Sea Of Souls
DURATA: 56:48
 

Se ci seguite regolarmente, sapete che la nostra politica è contraria a ogni forma di ristampa, riedizione e qualsivoglia trovata commerciale. Nel caso di questa nuova edizione di "Gatherings In The Dark", tuttavia, capirete bene che siamo di fronte a un caso che non rientra assolutamente nelle definizioni poco sopra.

Trattasi del secondo album della one-man band Gaoth Anair, di stanza ad Auckland, anno 2004, riportato nei nostri impianti stereo nel 2012 dalla piccola ma attivissima Swampkult Productions. Proprio dal 2004, anno in cui fece uscire due dischi e un demo su nastro, si erano perse le tracce di Sean O'Kane Connolly, mente del progetto in questione e di numerose altre piccole realtà a me totalmente ignote (Taur Nu Fuin e Undiscovered Moons Of Saturn tra le altre); è dunque servita questa riedizione, rinnovata nella grafica e nella masterizzazione, a chiarire che il musicista oceanico è ancora attivo con questa ragione sociale, anzi, ha anche creato una pagina Facebook per l'occasione. Rispetto alla stampa originale, contro ogni usanza, in questa versione di "Gatherings In The Dark" è presente una traccia in meno, la conclusiva, ma non ho informazioni circa le motivazioni di questa scelta, quindi mi limito a prenderne atto e comunicarla.

Venendo al cuore di questa breve analisi, il materiale di Gaoth Anair rientra pienamente nel filone atmospheric black più lo-fi che possiate immaginare. Brani mediamente lunghi (con "Scratching Over The Face Of Black Angel" si superano addirittura i dieci minuti), molto classici, con blast beat, scream costante, chitarra zanzarosa e — per aver ragione dell'etichettatura atmosferica — tastiere e sottofondi sintetici. Il tutto chiaramente nella più totale trueness. L'ennesima proposta di derivazione cascadica? Potremmo dire di sì, non fosse che — particolare assolutamente di rilievo — tutto il materiale qui raccolto è stato composto in Nuova Zelanda tra il 2002 e il 2004. Quando di cascadian scene nessuno aveva mai sentito parlare. Contestualizzando l'album negli anni, quindi, se ne ha una percezione completamente diversa.

L'allora ragazzo neozelandese, nell'isolamento geografico forzato dovuto alla sua terra, partorì un susseguirsi di brani ampiamente godibili, dal piglio classico, ma con importanti indizi di ciò che sarebbe di lì a un paio d'anni divenuta una delle formule portanti delle sonorità del black metal contemporaneo. In una veste torbida, fumosa, assolutamente sottoprodotta, per non dire non-prodotta, quando la matrice del momento era quella iper-prodotta e industrialoide della prima metà degli anni Zero.

Lungi da me fare facili paragoni storici, che si rivelano sempre incontrovertibilmente sbagliati, sicuramente Gaoth Anair non era l'unica eccezione al sound moderno e plasticoso che stava vivendo il suo periodo di splendore, tuttavia è bene considerare che in Nuova Zelanda di black atmosferico lo-fi in quegli anni non ce n'era molto, tutto qui. Quindi fate un bel tuffo nel recente passato e immergetevi nei suoni paludosi che Sean O'Kane ha preparato per voi, ne vale la pena.