GAPED – The Murderous Inception
Gruppo: | Gaped |
Titolo: | The Murderous Inception |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Australia |
Etichetta: | Lacerated Enemy Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 23:11 |
Ryan Huthnance si candida seriamente al posto di Dan Swanö o Peter Tägtgren australiano: venticinque anni e spicci, alle spalle già una mezza dozzina di progetti di varia natura (tra gli altri The Seer e Indisperse come band "proprie", turnista live per The Amenta), tutti accomunati dalla passione per il metal estremo, e addirittura un paio d'anni di militanza nell'ultima incarnazione dei furono Mortal Sin, cui va aggiunta la perizia del Nostro alle prese con qualsiasi strumento e in cabina di regia.
"The Murderous Inception" è solamente un EP, ma svolge perfettamente la propria funzione: mettere in mostra le capacità di questo giovane musicista. Cinque brani, una cover dei Cannibal Corpse e fondamentalmente tanta voglia di macellare carne umana sono tutto ciò che Huthnance ha da offrire per il momento, ma il modo in cui la mattanza è perpetrata è di assoluto rispetto: una composizione solida, un'eccellente prova strumentale, suoni all'altezza della situazione. Le atmosfere sono molto moderne, al limite del brutal, con enormi muri di chitarra, una batteria che pigia sull'acceleratore quando necessario senza per questo essere noiosamente concentrata sul solo blast-beat, un growl pieno e cavernoso. Non è un caso che la cover sia dei CC era Barnes, anzi, la prima versione della formazione di Webster e Mazurkiewicz è indubbiamente parte fondamentale del credo del buon Ryan, nonostante il progetto Gaped "aggiorni" la lezione dei maestri all'anno 2014, con tutto ciò che ne consegue in termini di registrazione e produzione.
Anche in questo frangente, come se non bastassero le dimostrazioni in ambito compositivo e strumentale, Huthnance dà prova di conoscere il proprio mestiere, occupandosi in toto di tutti gli aspetti tecnici di "The Murderous Inception", dal missaggio alla masterizzazione, conferendo ai brani la giusta dose di modernità, ma conservandone allo stesso tempo le radici più ferali.
Nonostante il musicista australiano — quantomeno attraverso Gaped — non brilli ancora in fatto di personalità e sia estremamente debitore dei grandi del passato, questa è solo una prima, breve dimostrazione del suo grande potenziale.