GLOOSH – Timewheel
Gruppo: | Gloosh |
Titolo: | Timewheel |
Anno: | 2020 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | ![]() ![]() ![]() ![]() |
TRACKLIST
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DURATA: | 45:00 |
Il freddo del nord, la natura incontaminata della tundra, l’isolamento e le asperità di una vita in un ambiente ostile, questi e tanti altri sono gli aspetti che il metal estremo ha da sempre o quasi sdoganato grazie alla vivacissima scena scandinava. Nel caso di Gloosh, bisogna prendere questa lezione e trasportarla circa seimila chilometri a est di Bergen, a Krasnoyarsk, nel cuore della Siberia meridionale. In uno dei più importanti centri urbani di tutta la Russia centrale, per la legge dei grandi numeri era inevitabile che nel mezzo di un milione di persone qualche metallaro spuntasse, e George Gabrielyan, oltre che tuttofare alle spalle di Gloosh, è una nostra vecchia conoscenza grazie a un altro suo progetto, gli Eoront. Poiché questa band sembra attualmente in quiescenza, Gabrielyan si è dedicato a un progetto tutto suo, e il risultato è Timewheel.
In questi tre quarti d’ora di musica è evidente come il multistrumentista siberiano abbia alle spalle una discreta esperienza, poiché tutto suona rodato e oliato alla perfezione: sono buone le melodie, è buona la produzione e il lavoro svolto tanto in fase di scrittura quanto di registrazione è assolutamente inappuntabile. Gloosh pulsa della stessa linfa di cui vivono i Wolves In The Throne Room, gli Earth And Pillars e tutti coloro che si dedicano al black metal atmosferico del filone naturalistico, e Timewheel è infatti un compendio di canzoni dedicato alla natura selvaggia, tanto che le note del digipak si aprono con un ringraziamento alla «natura siberiana e ai suoi paesaggi, alle creature e alle divinità invisibili, nascosti nei boschi, nelle montagne e nelle nuvole». Queste figure eteree riempiono l’enorme illustrazione di cui la copertina non è che uno dei tre pannelli, ma soprattutto abitano nella musica di Gloosh, nelle odi che questa tesse ai paesaggi liberi dalle interferenze umane e ai segreti che lì si nascondono.
Il buon lavoro che Gabrielyan da sempre svolge negli Eoront con Gloosh assume una connotazione più diretta e minimale, più essenziale e meno rifinita. Timewheel è un debutto che non potrà non fare la felicità di tutti gli appassionati di black metal atmosferico, in particolare della scena cascadian, e se è vero che non ha nella personalità il suo tratto distintivo, recupera tutto in genuinità e ne ha d’avanzo. Benvenuti nella steppa.