GOAD – Landor | Aristocrazia Webzine

GOAD – Landor

Gruppo: Goad
Titolo: Landor
Anno: 2018
Provenienza: Italia
Etichetta: Black Widow Records
Contatti: Facebook  Youtube
TRACKLIST “LANDOR”

  1. Written On The First Leaf Of My Album
  2. On Music
  3. To One Grave
  4. Bolero
  5. Goodbye, Adieu
  6. Life’s Best
  7. Where Are Sighs
  8. Decline Of Life
  9. An Old Philosopher
  10. The Rocks Of Life
  11. Defiance
  12. Brevities
  13. Evocation
DURATA: 50:42
TRACKLIST “TRIBUTE TO EDGAR ALLAN POE LIVE AT PARTERRE, FLORENCE (JULY 1995)”

  1. I’ll Celebrate You / Fairy Land / Dream Within A Dream
  2. The Sleeper
  3. The One In Paradise
  4. Dream Land
  5. Alone / The Haunted Palace / The City In The Sea
  6. I’ll Celebrate You / Alone (The End)
DURATA: 50:22

I fiorentini Goad sono una di quelle band che gli amanti del suono hard-prog a tinte dark e colto hanno già sicuramente incrociato. La formazione capitanata dal polistrumentista Maurilio Rossi è nota per i tributi resi alle figure letterarie di H.P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe; nella sua ultima uscita, intitolata “Landor”, omaggia invece l’inglese Walter Savage Landor (la cui tomba si trova nella città di Firenze) e il suo “Brevities – Epigrammi”, fonte di ispirazione compositiva.

“Goad” è un’opera rock emotiva e mutevole, mutevole e tormentata come del resto la vita dell’artista britannico, che lo scrittore e traduttore Alfredo Orbetello in una vecchia edizione di quel lavoro descrisse come «una fuga continua da se stesso […], come chi, avendo il fuoco addosso, cercasse di levarselo correndo. La corsa è commedia fin tanto che l’uomo non brucia: allora viene anche un’immensa pietà.».

Il racconto avviene attraverso una esecuzione solo all’apparenza semplice ma nemmeno troppo complessa, con ambientazioni dai tratti gotici e sinfonici, eppure ricca di elementi e strumentazione. I due batteristi, Paolo Carniani ed Enrico Ponte, ne scandiscono l’incedere, mentre Alessandro Bruno si diletta con gli inserimenti di mandolino, sax, oboe e violino, oltre alla chitarra (elettrica e slide). L’apporto tastieristico garantito da Rossi è ottimo, così come l’ingresso del piano in “Defiance” a cura di Freddy Delirio (anche uomo dietro al mixer); i due poi infoltiscono e rendono sfaccettate le intriganti atmosfere, impregnate inoltre da un sottile strato di angoscia. Infine Rossi è autore di una interpretazione vocale magistrale, il narratore ideale e capace di esaltare il caleidoscopio di emozioni combattute che percorrono il disco, la cui summa artistica è sicuramente racchiusa nella traccia regina: la lunga suite “Where Are Sighs”.

Il lauto banchetto offertoci dai Goad non termina però con la conclusiva “Evocation”, difatti l’album è corredato di un secondo disco. Abbiamo così la possibilità di ascoltare la resa live di “Tribute To Edgar Allan Poe”, usufruendo della registrazione della serata tenutasi in quel di Firenze nell’ormai lontano 1995.

In un’Italia sempre più distante da ciò che è cultura, arte e riflessione, i Goad rappresentano una boccata di aria lunga una vita. “Landor” conferma quanto il loro modo di creare musica sia un processo alchemico, una fusione di correnti, di pensiero e di metodi che assumono una forma progressiva, una formula della quale non ci si stanca proprio mai.