God's Bastard - Last Standing Village

GOD’S BASTARD – Last Standing Village

Gruppo: God’s Bastard
Titolo: Last Standing Village
Anno: 2020
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: I, Voidhanger Records
Contatti: Youtube  Bandcamp  Spotify
TRACKLIST

  1. Chaos Apologist
  2. God Raise The Sea
  3. To The Last Standing Village
DURATA: 20:03

La prima cosa dei God’s Bastard che ha attirato la mia attenzione è stata la grafica di Last Standing Village: una foto in bianco e nero di un teschio animale, probabilmente sepolto, del quale alcune radici hanno ampiamente preso possesso, ottimo esempio di come il ciclo vitale di tutti gli esseri viventi si intrecci inesorabilmente. Intrigato dalla sola copertina, ho deciso di approfondire la conoscenza dei ‘mmeregani.

Lev Weinstein e Drew Hays, ovvero i due musicisti dietro il progetto newyorkese, hanno alle spalle un bel po’ di esperienza. Mentre l’ultimo, chitarrista e voce dei God’s Bastard, ha fatto parte dei locali Floods, il suo collega batterista è membro di Anicon, Geryon, Woe e Krallice, realtà con le quali spazia dal black nudo e crudo a varianti miste a death e post-metal più o meno prog-avanguardistiche. Quest’ultimo elemento traspare con una certa veemenza nel breve Last Standing Village, in cui i Nostri hanno riunito le influenze più varie per dar adeguatamente sfogo al proprio genio creativo.

Scoperto si trattasse di un duo, uno dei primi nomi che mi è venuto in mente è stato quello degli svizzeri Bølzer, intuizione che effettivamente non si è rivelata essere troppo lontana dal vero dopo qualche ascolto, visto che i God’s Bastard hanno fatto proprio l’approccio tipicamente violento eppure melodico della creatura di HzR e Kzr, ma c’è anche altro. A più riprese, infatti, ho avuto la sensazione che dietro le movenze meno possenti e più progressive degli statunitensi ci fosse lo zampino degli Enslaved, idea che ancora non riesco completamente a scrollarmi di dosso: perché in Last Standing Village non c’è traccia alcuna di influssi viking, eppure le movenze e le evoluzioni delle chitarre e della batteria sembrano essere fortemente ispirate a quelle che Ivar, Grutle e soci ci hanno proposto negli ultimi vent’anni. Le voci, dal canto loro, ci forniscono un altro spunto di approfondimento e riflessione. È abbastanza evidente come l’approccio di Drew Hays non sia il più canonico, in ambito black metal, visti i toni dei suoi scream-growl molto grezzi e strascicati e considerati i vari inserimenti di urla molto hardcore, facilmente identificabili tanto in “Chaos Apologist” quanto in “God Raise The Sea” e “To The Last Standing Village”.

Se poi a tutte queste informazioni si aggiungono anche gli apprezzamenti per il comparto lirico di Last Standing Village (la cui iconografia è molto semplice ma anche molto tagliente), si può infine giungere alla conclusione che il primo parto di casa God’s Bastard è un EP più che bello che sicuramente catturerà l’attenzione degli appassionati di questi estremismi più muscolari e camaleontici.

Un plauso anche ad I, Voidhanger, che ha saputo vedere le potenzialità di questa uscita dell’aprile 2019 e ne ha confezionato l’edizione in digipak che tengo tra le mani mentre scrivo questa recensione. Io non lo escluderei da una ipotetica lista di idee regalo per il prossimo Namalæ, ecco.