GODSLAVE – Welcome To The Green Zone
Gruppo: | Godslave |
Titolo: | Welcome To The Green Zone |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Germania |
Etichetta: | Green Zone Music |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 46:27 |
I tedeschi Godlave si rifanno vivi con "Welcome To The Green Zone", a tre anni di distanza dalla pubblicazione del terzo album "In Hell". Da loro non ci si può attendere altro che una prova di thrash metal ben fatta, derivativa da realtà ben facilmente identificabili nel suono (Destruction, Exodus, Slayer, Kreator, Overkill e chi più ne ha ne metta), ma che non tradisce le aspettative, piazzando sempre quei tre o quattro brani che vale la pena godersi a tutto volume, accompagnati da una restante schiera di tracce gregarie sufficientemente valide a fare da sostegno.
Il disco parte decisamente bene, infilando una tripletta di pezzi nei quali sfodera tutte le armi a sua disposizione: "Green Zone" mostra il lato più fruibile della proposta e una esecuzione più articolata; "Bloodbound Pack" presenta un Tobias Huwig incalzante e robusto dietro le pelli; "So Let It Burn" invece mostra la compattezza raggiunta come gruppo dai Godslave. La scaletta subisce un lieve calo nella zona centrale, con episodi piacevoli come "Demon" e "My Journey" affiancati da altri meno entusiasmanti quali "Idolized", "Mad In Germany" e lo strumentale "6_2.3"; quest'ultimo apprezzabile per l'operato svolto dalle sei corde di Bernhard Lorig e Michael Meyer, ma inficiato da un'intrusione di tastiera ottantiana simil-videogame a dir poco pessima. Successivamente si rialza la testa in "Children Of The Pit", nella quale troviamo una sfilza di ospiti (fra i quali Sebastian Stöber degli Eradicator, Britta "Elchkuh" Görtz dei Cripper, Matthias Mauer "Bacchus" degli Hatred e Martin LeMar dei Mekong Delta) e si conclude degnamente con "End Of History", impreziosita dall'organo di Mischi Schmitt.
Scelte in stile vecchia scuola, produzione moderna, assoli ben incastonati nei pezzi (buono il supporto garantito da Sebastian Stöber, Manni Zewe dei Dreadful Prophecy e Frank Schmauser degli Hatred) e una prova vocale che fa registrare nuovamente grande impegno e voglia di migliorare da parte di Thomas A. Pickard fanno di "Welcome To The Green Zone" l'ennesimo lavoro thrash metal alquanto godibile e consigliabile per l'ascolto. I Godslave si confermano affidabili operai del genere.