GOST – Skull 2019
Le certezze che abbiamo nella vita sono ben poche, una di queste è che la synthwave è bella in modo assurdo. Nell’ultima manciata di anni abbiamo assistito a un’impennata notevole di artisti che hanno scelto di dedicarsi a un genere capace di farci tornare agli anni ’80 e contemporaneamente catapultarci nel futuro, basti pensare a Perturbator e Carpenter Brut, per citare due tra i nomi più grossi, o a Confrontational, per restare in patria. Il denominatore spesso comune a questi artisti è la passione per gli horror d’autore o un passato da musicisti metal e GosT, dietro cui si cela la misteriosa personalità di Baalberith, incarna entrambi gli aspetti. Il risultato riesce a suonare incredibilmente metal e cattivo anche senza che ci sia necessariamente il blast beat, come nel caso di Skull di cui a breve parleremo, e questo la dice lunga su quanto l’essere trve evil sia piuttosto un’attitudine.
Recentemente GosT è diventato un duo e giusto lo scorso anno è arrivato il prestigioso contratto con la Century Media: per celebrare l’evento, il primo lavoro del produttore statunitense, l’EP Skull del 2013, è stato ripubblicato in edizione limitata in vinile (verde trasparente), con una nuova, splendida e accattivante copertina e ben due tracce bonus, “She Lives In Red Light” e “The Call Of The Faithful”.
A dire il vero anche la scaletta è leggermente cambiata, visto che nella nuova versione di Skull non figura più “4th”, il quinto brano dell’edizione 2013; per il resto siamo davanti al caro vecchio teschio che già conoscevamo, giusto con qualche piccolissima modifica nei suoni e nelle dinamiche. I brani si adattano davvero a qualsiasi tipo di attività, che vogliate scapocciarci sopra o lanciarvi in pista dimenando le mani, non troverete nessuno che vi giudicherà per questo. “Chasm” è un earworm che ci si infila in testa per non uscirne più, “Cursed” e “They” portano con loro un retrogusto horror che più che spaventarci riesce solo a farci gasare, mentre “Oddened” è semplicemente ipnotica. “Skull” è la perfetta combinazione di vecchio e nuovo; quanto a “Manic”, beh, diciamo che non la ascolterei camminando da sola per una strada buia, ecco.
Ritroveremo le due tracce bonus anche in Valediction, album in uscita il prossimo 4 ottobre. Quella che preferisco è decisamente “She Lives In Red Light”, unica con una linea vocale di tutto l’EP. I primi secondi di “The Call Of The Faithful” invece riusciranno a farvi confondere con Gigi D’Ag, ma solo per poco, ve l’assicuro; poi diventerà un’esplosione di doomwave, che se non esiste ho appena inventato e che si distacca in modo netto dai suoni solo elettronici dei brani precedenti: provare per credere.
Pur in tutta la sua orecchiabilità, Skull era soltanto un assaggio iniziale: col passare del tempo il progetto GosT si è fatto sempre più oscuro e sempre più interessante, basta dare un ascolto a Possessor del 2018 per imbattersi in influenze (black) metal chiare e inequivocabili che prima non c’erano. Skull comunque faceva già presagire qualcosa di grande, per cui aspettiamoci belle cose e nel frattempo torniamo indietro nel tempo con questo gioiellino.