GUILTY AS SIN – Future History
I Guily As Sin sono ancora una volta con noi. Gli Statunitensi tornano a far visita ad Aristocrazia con il quarto capitolo discografico "Future History". In un corso ristretto un lustro, questi musicisti hanno tirato fuori musica intenzionalmente e qualitativamente interessante, rimanendo sempre ancorati a una volontà underground e a una visione personale nel rapporto con le influenze da cui traggono spunto. Questi sono sempre stati i punti di forza di una proposta che, anche in questa occasione, scavalca i recinti stilistici classici, infilando dentro dal thrash metal all'hardcore, dal death alla musica orientale, con puntatine appena accennate in campo jazz e di stampo atmosferico space che la infoltiscono ulteriormente.
Se in passato era già difficile spiegare cosa la band volesse realizzare, peraltro mantenendosi all'orecchio sempre particolarmente gradita e intrigante, adesso dovreste immaginare una collisione sonora in cui la componente estrema è divenuta preponderante, con nomi quali Death e Nile, fra i tanti, riscontrabili a più riprese all'interno del disco. È infatti innegabile che a esempio pezzi come "One Way Ticket To Oblivion", "Ensnared In Stygian Tentacles" e il lungo "Magical Papyri Of The Tetragrammaton" risentano in parte di contaminazioni e voglie provenienti da quelle realtà assimilate e alle quali i Guilty As Sin hanno dato un'interpretazione propria.
L'album comunque si riserva sempre il diritto di spiazzare l'ascoltatore, ci si ritrova così a dover fronteggiare le trombe nell'assaltante e sclerotica follia di un minuto a titolo "R.S.D.T.Y." e nella conclusiva "Future History" dal tocco country-western, per poi vibrare in stile floydiano nello spazio dai risvolti settantiani insito nella tutt'altro che tranquilla "Midnight Hammer".
Se però, e il però c'è, l'essere vari si pone spesso a loro favore per ciò che concerne l'aspetto strutturale e strumentale dei brani, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la prestazione vocale. Il cantante Steve Milionis, efficace e adeguato nel suo impatto negli episodi più ruvidi e arcigni, sfoderando una timbrica rocciosa, sembra invece non incastrarsi perfettamente nei momenti in cui il suono assume connotazione differente; probabilmente l'utilizzo di un'esecuzione pulita in alcune circostanze sarebbe potuta divenire un appoggio da prendere in considerazione per ampliare le soluzioni utilizzate in questo specifico reparto.
"Future History" è l'ennesima testimonianza a riprova del fatto che i Guilty As Sin credono in ciò che fanno e — all'interno di un panorama metal che sta trovando continuamente il modo di sponsorizzare le cosiddette band sperimentali — mi chiedo come mai questi ragazzi non abbiano trovato uno straccio di etichetta che riponesse un minimo di fiducia nelle loro possibilità. È davvero disarmante, se pensate al numero di formazioni clone che vengono prodotte annualmente. Attendendo quindi nuove notizie da parte del trio, e conoscendolo non dovrebbe trascorrere poi chissà quanto, ve ne raccomando l'ascolto.