Habak / Fractal - Split| Aristocrazia Webzine

HABAK / FRACTAL – Split

Gruppo: Habak / Fractal
Titolo: Split
Anno: 2022
Provenienza: Messico
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Habak – Cataclismos
  2. Habak – Nuestra Condena Es El Colapso
  3. Habak – La Insignificancia De La Vida Cotidiana
  4. Fractal – Vacío
DURATA: 31:58

Il crust, anche nelle sue declinazioni più melodiche come quelle proposte da formazioni quali Autarch o Madame Germen, e il post-rock sono due generi musicali posti agli antipodi. Ammetto quindi di essere rimasto piuttosto sorpreso quando mi sono imbattuto nello split tra Habak e Fractal, due realtà messicane di Tijuana che, oltre alla città di origine, condividono anche lo stesso batterista.

A occupare la prima metà del disco è il crust degli Habak. Sin dall’album di debutto, Insania del 2015, il quintetto ha costruito il proprio suono intorno a una crescente ricerca di soluzioni melodiche, culminata nel 2020 con la pubblicazione dell’ottimo Ningún Muro Consiguió Jamás Contener La Primavera. I tre brani contenuti nello split non sono da meno, con le loro sezioni elettroacustiche e le melodie dei riff che dominano anche nei frangenti più adrenalinici, andando a sostenere le urla rabbiose di Alex. Vi è tuttavia un elemento finora inedito al sound dei Nostri, ovvero la presenza di atmosfere eteree e di altri elementi che provengono direttamente dal mondo del post-rock. Ciò che in apparenza potrebbe sembrare fuori posto, in realtà aggiunge complessità ai tre episodi, rendendoli più interessanti nonostante siano costruiti in modo abbastanza simile.

La seconda metà dell’album ospita i Fractal, quartetto post-rock sulle scene da ormai un decennio abbondante. “Vacio” è una imponente traccia interamente strumentale che sfora i quindici minuti, una durata decisamente impegnativa che però non impensierisce il gruppo. Il brano è infarcito di cambi di ritmo, con passaggi che sembrano ripetersi e che invece contengono piccole aggiunte capaci di solleticare l’ascoltatore. Anche l’uso del violoncello, a tratti appena accennato e in altri preponderante nel sottolineare momenti carichi di pathos, contribuisce a dare spessore al tutto. Il risultato è un pezzo poliedrico e in costante divenire, in grado di risultare interessante anche per chi, come il sottoscritto, non ama particolarmente il genere.

Lo split al momento è disponibile in NYP, solo in formato digitale, sulle pagine Bandcamp delle due formazioni. Mi auguro però che prima o poi venga rilasciato anche in formato fisico, in quanto è un’opera che merita. Da un lato gli Habak dimostrano di essere diventati veramente bravi nel coniugare rabbia, disperazione e melodia, dall’altro i Fractal hanno fatto mostra delle proprie abilità compositive e dell’esperienza maturata nel corso della loro carriera. Insieme ci dicono anche che due generi diversissimi tra loro possono coesistere senza problemi all’interno dello stesso disco.