Hak-Ed Damm - Nekrowristfucked | Aristocrazia Webzine

HAK-ED DAMM – Nekrowristfucked

Gruppo: Hak-Ed Damm
Titolo: Nekrowristfucked
Anno: 2010
Provenienza: Canada
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Facebook  Bandcamp
TRACKLIST

  1. Nekrowristfucked
  2. T-34
  3. Suffer
  4. Hak-Ed Damm
  5. Heaven’s Funeral
  6. Inner Kommando Pt. 1
  7. N.I.G.L.A.
  8. Infernobyl
  9. Bloodmarks & Pee
  10. Scaphism
  11. Cut The Flesh Before It Ages [versione 2010]
  12. Headcrusher [versione 2010]
DURATA: 49:06

L’Inferno ha una sezione distaccata che opera in territorio canadese, ogni volta che uno si avvicina a quelle lande ecco che vien fuori una band degna di menzione e supporto, stavolta è il turno degli Hak-Ed Damm. Il nome derivante dall’ebraico antico indica una zona particolare dove sembra vivesse o si aggirasse Giuda Iscariota, il famoso uomo dei trenta denari, e ha significato più stretto nella definizione campo di sangue.

È una macchina schiacciasassi quella che i quattro musicisti provenienti dal Quebec mantengono ben oliata e pronta a distruggere, sottomettere e inondare d’odio l’ascoltatore, è questa la conferma che arriva dopo un buon demo del 2008 a titolo Black Tortured Metal. È guerra, è violenza, un carroarmato che fa schizzare i crani dei propri nemici in aria passandovi e ripassandovi sopra, inutile dire che la musica riporta a galla soluzioni care a Marduk ed Endstille. Sono ferali e le melodie intagliate da un riffing affilato come una mannaia da boia inanellano una consecuzione di fraseggi devastanti, supportati da un drumming che in mode guerrilla on assalta, macina e pesta dannatamente il suo rullante come un fabbro a cui hanno fatto girare le palle. Cinquanta minuti spesso tracciati su ritmiche al fulmicotone che non hanno nessuna intenzione di prendersi momenti di pausa o attimi di respiro, se non per innescare un attacco fulmineo ancor più battente o carico di groove, una buona visione di tale cambio si riscontra nel mood un po’ Darkthrone un po’ Dødheimsgard primo periodo interno a una “Heaven’s Funeral”.

Il lavoro svolto dal fretless bass di Zurhosis aumenta palesemente la dinamicità dei pezzi, emana inoltre una sensazione di ricercato in un disco, Nekrowristfucked, che è regolato dal marasma sonoro, c’è un vero e proprio chaos entropico, ma dirompente, che avvolge i brani.

Ci sono episodi più canonicamente riconducibili ad altre realtà come “N.I.G.L.A.” dove le sprezzanti chitarre gemelle di VikkeR e ExU innalzano un muro che poggia sul versante death del genere, mentre le band svedese e quella tedesca citate in antecedenza trovano invece ampio spazio in composizioni quali “T-34” e “Suffer” dov’è la furia a reggere le sorti della musica. Con “Infernobyl” cambia il tiro, si rallenta, aumenta però la dose atmosferica che diviene fredda e minacciosa, il puzzo di morte si espande circolare invadendo il territorio, le chitarre sono più chiare ma per questo non meno malevole, la voce di ZoKvist è abrasiva, maligna come un coltello che scarnifica e ancora una volta il basso fa la parte del leone, facendosi notare con una presenza vivida e sinistra.

Impossibile non citare il motore dietro le pelli, Silencer, una macchina che tiene serrati i ranghi, utilizza i cambi al momento giusto e mostra di possedere una varietà non trascurabile oltre a saper modificare il suo modo di colpire assecondando la vena umorale delle canzoni.

Alla fine dell’album sono stati posti due episodi estratti dallo sforzo passato, “Cut The Flesh Before It Ages” e “Headcrusher”, in veste aggiornata, con tanta di quella adrenalina in corpo che per scaricarla si ha il bisogno di ripartire dall’inizio lasciandosi ritravolgere.

Quella degli Hak-Ed Damm non è una proposta originale, possiede però tutte le carte in regola per accattivarsi gli amanti del genere, soprattutto coloro a cui piace il picchiare duro sullo strumento, non sottovalutateli però, c’è molto di più della sola cattiveria lampo e stampo, un buon numero di ascolti vi rivelarà quanto questi artisti siano completi e preparati.

Non posso quindi far altro che inserire un’altra volta Nekrowristfucked nello stereo, se non vi dovesse piacere potrete sempre ripiegare sugli ultimi Cradle Of Filth e Dimmu Borgir e poi urlare in giro: I’m true evil e il solo pensare una cosa simile mi fa rabbrividire.