HANORMALE – 天照大御神
Gruppo: | Hanormale |
Titolo: | 天照大御神 |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Dusktone |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 41:02 |
Credo che ormai non ci sia più bisogno di dirlo, ma dovete sapere che quando il buon Vlakorados si appresta a recensire un disco la cui copertina contiene chiari riferimenti all'Estremo Oriente, la giornata diventa improvvisamente migliore. Vi sorprenderò però dicendovi che questa volta parliamo di una creatura italianissima, nata dalla mente di un certo Arcanus Incubus.
Qualcuno di voi forse avrà sentito questo nome a proposito di band quali Mystical Fullmoon e Labyrinthus Noctis, il sottoscritto tuttavia preferisce ricordare la sua presenza nei Deviate Damaen. Questo perché mi sento di poter affermare che se ha a che fare con una realtà così fuori dagli schemi, la probabilità che il suo progetto solista sia altrettanto particolare non è affatto bassa. D'altronde, avendo scelto di chiamarsi Hanormale, come avremmo potuto aspettarci qualcosa di standard?
Per i non-nippofili, è giusto dare un significato anche a quegli strani simboli che costituiscono il titolo di questo lavoro: "Amaterasu-Ōmikami" — questa la traslitterazione — si riferisce alla divinità del Sole della religione Shintoista, nato/a dall'occhio sinistro di Izanagi, altro personaggio non sconosciuto al mondo metallico grazie ai Sigh.
Fatta questa lunga premessa, avrete voglia di capire di cosa stiamo parlando; purtroppo vi farò attendere ancora un po', perché le modalità di creazione di questo album meritano di essere raccontate. Non scenderò nei dettagli, lascio a voi il piacere di gustarvi i brevi video che documentano questo processo; sappiate solo che ogni musicista coinvolto ha registrato per quaranta minuti senza sosta, guardando un filmato di natura a noi sconosciuta: si inizia con la sezione ritmica, quindi batteria fissa a 170 bpm, percussioni industriali e basso totalmente improvvisato; a essi vengono poi aggiunte le chitarre, insieme a una serie di strumenti non propriamente convenzionali in ambito Metal quali violino, viola, sassofono, pianoforte, flauto e credo anche di aver notato un didgeridoo; si conclude infine con le parti vocali, probabilmente campionate e/o filtrate, a eccezione dell'improvvisazione di G/Ab delle Dame Deviate. Le esclamazioni dei musicisti nel «making of» vi faranno chiaramente intendere quanto questa registrazione, definita da Arcanus «esperimento psico-musicale», sia alienante e folle.
Questo però vale per i musicisti; e dal punto di vista di un ascoltatore? La prima parola che mi viene in mente per definire questa esperienza è «divina». Non perché sia un lavoro perfetto o oltreumano, è proprio una sensazione derivata da questi suoni che porta alla mente una presenza celeste così chiaramente luminosa e solare da essere perfettamente identificata in Amaterasu. L'unico termine di paragone che ho trovato prende il nome di Reverorum Ib Malacht, misteriosa realtà divenuta una sorta di culto nell'underground per le sue sonorità quasi trascendentali e dai chiari connotati religiosi. In questo caso tuttavia il contesto è diverso: i suoni sono più umani, più tipicamente Black Metal e dalle tendenze industriali e spiccatamente sperimentali. Le chitarre sono principalmente dedite a creare — insieme alla sezione ritmica — una base caotica pressoché costante, salvo nei momenti in cui il tutto si placa per dare maggiore spazio alle scelte improvvisate dell'alquanto variegata strumentazione. In tali fasi anche la batteria viene sedata, ma non in termini di velocità: l'uso di filtri sulle frequenze le consente di andare in sottofondo, pur persistendo nella sua prestazione monotona e alienante.
Sono quaranta minuti che non annoiano affatto, grazie alla capacità del direttore d'orchestra di generare continuamente interesse nell'ascoltatore con elementi inaspettati: le voci dal tono angelico, i diversi strati di percussioni, il basso che spesso e volentieri esce dal ruolo di mero supporto, il tocco esotico donato dal flauto, dagli archi e non solo, la recitazione quasi spettrale di G/Ab. Tutto questo viene giostrato magistralmente da Arcanus, che così è riuscito a creare un degno tributo alla divinità del Sole.
"天照大御神" è un disco che odora di underground, di estremo, di avanguardia e soprattutto di personalità; è un album che vuole andare oltre, prendendo strade diverse da quelle a cui ci stiamo abituando negli ultimi anni. Non è tanto importante che sia il risultato a essere sperimentale — e con questo non voglio dire che non lo sia — ma sono piuttosto i mezzi e il percorso che sono stati utilizzati per raggiungerlo a rendere questo lavoro assolutamente meritevole di essere approcciato. Se avessi potuto ascoltarlo prima, probabilmente avrebbe fatto a pugni con qualcun altro per entrare nella mia Top 5 del 2015, ma poco importa, rimane un'uscita senza dubbio notevole.