HATCHERY – Forced To Fight
Gruppo: | Hatchery |
Titolo: | Forced To Fight |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Germania |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 36:35 |
La Germania thrash non la finisce più di sfornare band, è una fucina instancabile ed efficiente quella teutonica nonchè fonte inesauribile di goduria per gli incalliti e affamati sostenitori delle sonorità devote agli anni '80.
Gli Hatchery hanno rilasciato a marzo il secondo disco continuando ad autoprodursi, dopo un già più che soddisfacente esordio, "Birth Of A Bomb", ho adesso fra le mani un "Forced To Fight" che ne prosegue il cammino.
Il quartetto pesta e si divincola sfruttando le lezioni impartite nelle decadi passate sia da rappresentanti illustri della propria nazione quali Destruction, Holy Moses e Kreator, sia pescando dalla scena d'oltreoceano con riferimenti a Exodus, Anthrax e Forbidden, penserete: sono derivativi come proposta, beh se trovate una realtà post anni Novanta che non lo sia avete fra le mani l'oro, impresa quasi impossibile. Trentasei minuti compatti nei quali le chitarre inanellano un riff dietro l'altro con il gusto e le combinazioni classiche degli anni '80, la batteria pesta e mantiene le movenze dinamiche adatte a far sì che i brani non suonino poi troppo standard.
Nulla da dire su episodi come "Under One Flag", "Nothing", "Thrash Metal Union" e l'opener "Genocide" che si elevano dal resto del platter perchè più convincenti e contenenti quel minimo di spessore in più richiesto per uscire dalla media, le rimanenti sono considerabili pezzi da battaglia il che non è un male, già il fatto che siano quasi tutte sullo stesso livello esclude comunque la presenza di filler.
"Forced To Fight" ha in sè un paio di note positive che lo rendono un lavoro da scapocciamento divertito, iniziando dal discreto lavoro di solistica che segue la linea di pensiero generale della proposta: semplice ma efficace. L'altro punto a suo favore è la produzione che rispetta i canoni dello stile senza che ci siano intoppi rilevanti nei volumi della strumentazione.
La voce di Christian "Zottel" Müller, che si presenta come una versione del primo Mille Petrozza, ma più roca e gutturale va assorbita, se a impatto infatti può sembrare non proprio perfetta nell'identificare i pezzi, facendo girare più volte "Forced To Fight" questa sensazione andrà pian piano scemando.
Gli Hatchery sono una fra le tante formazioni che potrebbe o dovrebbe (dipenderà dal vostro gusto) avere maggiore attenzione nell'ambito di un revival thrash forse alle volte tendente a valorizzare album più laccati e meglio supportati di quelli autoprodotti, con i secondi che ad avviso del sottoscritto fanno spesso "il di dietro a strisce" a quelli rilasciati da etichette cosiddette "grandi".
Non c'è ombra di rifiniture di fino e iper produzione in "Forced To Fight" c'è però sostanza, c'è thrash metal fatto da ragazzi che continuano a credere che il genere viva di passione e che suonano quello che gli piace, non posso esimermi dal consigliarne l'ascolto agli appassionati. Thrash Or Die!