HEAVY LOAD – Death Or Glory
Gli Heavy Load rappresentano un vero e proprio culto heavy metal che è riuscito a sopravvivere a trent’anni di silenzio discografico totale. Il quartetto di Stoccolma nacque nel 1974 (anno dell’esordio dei Judas Priest) su iniziativa dei fratelli Styrbjörn e Ragne Wahlquist, ispirato da Jimmy Hendrix, Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple e Rainbow, forte di una solida passione familiare verso la musica. Il debutto del ’78 Full Speed At High Level, contemporaneo di Stained Class, fu il seme da cui poi germogliò la scena svedese che oggi conosciamo: l’allora terzetto si esibiva in un metal settantiano robusto, capace di scurirsi e dotato della pregevole prova chitarristica di Ragne, viceversa rivedibile con la sua voce sgangherata, supportato dalla sezione ritmica coinvolgente di Styrbjörn alla batteria e Dan Molén al basso. La New Wave Of British Heavy Metal sarebbe arrivata qualche anno più tardi, Iommi e soci vantavano già cinque album e nel mentre questi svedesi si mettevano a raccontare per la prima volta di sanguinosi vichinghi vogliosi di fare a pezzi il Papa e Gesù! “Son Of The Northern Light” recitava:
«We draw our swords
And the Christians will die,
Feel the pain, feel the pain
Tonight
The pope in his blood will crawl
Jesus’ head is going to roll
The Christian warriors raped the earth
And I’ve been crying since my birth»
Tre album, un ep e qualche altra traccia sparsa di assoluta qualità sono l’eredità lasciata dagli Heavy Load, in attività fino al 1987. Solo passaparola, bootleg e uscite non autorizzate permisero al culto di continuare a proliferare, prima dell’avvento delle moderne tecnologie. Poi il Fato, o meglio Odino, ci mise lo zampino: alcuni nastri dei master originali, che si ritenevano persi per sempre in un allagamento, vennero ritrovati e la meritevole etichetta greca No Remorse Records si attivò per ristampare l’intero catalogo del gruppo, arricchito di bonus.
Lo scorso anno è stata la volta di Death Or Glory, secondo album dei Wahlquist e prima uscita con la classica formazione a quattro elementi, con il cugino Torbjörn Ragnesjö al basso ed Eddy Malm (dagli Highbrow) secondo chitarrista. Era l’anno di gloria del metallo 1982, nel quale vennero pubblicate opere del calibro di The Number Of The Beast, Battle Hymns, Iron Fist, Black Metal, Restless And Wild, Screaming For Vengeance. Gli Heavy Load registrarono ai Decibel Studios nel centro di Stoccolma in perfetta solitudine, occupandosi in prima persona di tutto e diventando volta per volta ingegneri del suono e produttori; mentre scelsero una copertina meno evocativa del solito, che raffigurava il cruento scontro fra un vichingo e un orso. I nove brani della scaletta incarnavano l’essenza dell’heavy metal dei primi anni ’80, suoni potenti e diretti, capacità innata di coinvolgere (l’inno “Heavy Metal Angels”), energia (l’incalzante “Might For Right”, “Bleeding Streets”), grandi melodie chitarristiche, assoli entusiasmanti, influenze hard rock e parti corali. Nell’occasione la band suddivise le responsabilità vocali fra tre diversi cantanti (Styrbjörn, Ragne ed Eddy), tutti piuttosto distanti dai virtuosi delle note lunghe e altissime, ma con grandi passi avanti rispetto alla zoppicante performance canora di Full Speed At High Level. Fra gli episodi bonus troviamo invece l’inedito “Dying Is Losing”, pezzo del ’78 che ingloba tutta la ricchezza stilistica della band, le due tracce del 7″ del 1982 Take Me Away (la ritmata omonima e “Trespasser”) e infine una versione estesa con annesso nuovo assolo di “The Guitar Is My Sword”.
Le corpose e interessanti annotazioni inserite nella ristampa permettono di ricostruire la genesi di ogni singolo pezzo. Se ne raccoglie così uno spaccato sulla passione per la musica dura e sulle insicurezze di un gruppo di ragazzi in cerca della propria direzione, capaci anche di introspezione e impegno (magari ingenuo). Accanto all’immaginario del ribelle tutto pelle, velocità e belle ragazze, ci si interroga sul destino del mondo martoriato da guerre e inquinamento (“Still There Is Time”), mentre “Dying Is Losing” smonta il mito del guerriero senza macchia e senza paura.
La macchina degli Heavy Load si è rimessa in moto nel 2018, con le esibizioni al Keep It True Festival, Up The Hammers Festival e Sweden Rock Festival, un modo per far ammirare un nome leggendario alle nuove generazioni, una band che ogni amante dell’heavy metal più puro dovrebbe conoscere e venerare al pari dell’idolatrata (a ragione, ci mancherebbe) NWOBHM. Se oggi possiamo godere del black e del death metal svedese, il merito è anche di questi signori.
Un ultimo elogio va speso ancora per il lavoro che sta svolgendo No Remorse Records, sia nella preziosa opera di recupero archeologico che ha coinvolto per esempio anche Medieval Steel e Sortilège, sia nello scouting di talenti moderni come Eternal Champion (nuovo disco a novembre!) e i divertenti Riot City.