HELLFUCK – Diabolic Slaughter
Come si può facilmente intuire dal moniker e dalla copertina di Diabolic Slaughter, gli Hellfuck non sono certo un gruppo di filosofi. Non che ci sia qualcosa di male in questo, anzi ci sono sin troppi progetti musicali con velleità da intellettuali ma dotati al massimo della profondità di una pozzanghera, quindi ben vengano un po’ di sana ignoranza e pessime intenzioni.
Al loro debutto assoluto sotto l’egida di Godz Ov War Productions, i Nostri sono una realtà piuttosto recente, nascono infatti nel 2021 come side project in cui militano membri di gruppi ben conosciuti dentro e fuori i confini polacchi quali Squash Bowels e Azarath. In questo disco, però, i quattro prendono le distanze dalle sonorità che contraddistinguono le formazioni di provenienza.
I dieci episodi che compongono Diabolic Slaughter sono altrettante dichiarazioni di devozione assoluta nei confronti del thrash teutonico e dei Kreator in particolare. Se le linee vocali di Skullripper seguono fin troppo pedissequamente quelle di Petrozza, le ritmiche sono più serrate rispetto al gruppo tedesco, con le occasionali bordate di blast beat tritaossa che aggiungono un pizzico di pepe e modernità a una ricetta che, per quanto ben rodata, accusa ormai i segni del tempo. Allo stesso modo le incursioni nel terreno dello speed metal, come in “Time To Suicide”, aiutano a fornire quel minimo sindacale di varietà a un lavoro che altrimenti procederebbe dritto come un filo a piombo da muratore.
Senza troppi giri di parole, Diabolic Slaughter è in tutto e per tutto un Cause For Conflict sotto anfetamine. Se non apprezzi il genere, evitalo come la peste. Se invece come il sottoscritto sei cresciuto a punk hardcore e thrash tedesco, allora potresti trovare il debutto degli Hellfuck piuttosto piacevole e divertente.