HIMURA – Alerta Biológica
Mezz’ora scarsa in cui non si capisce un cazzo, anche se i testi sono formalmente in spagnolo e i titoli delle canzoni parlano da sé. Agli Himura, un nome (suppongo) mutuato da Kenshin Samurai Vagabondo, il manga shonen con protagonista il samurai che non uccide i suoi avversari, non serve altro per spiegare come vanno le cose.
Alerta Biológica è l’ennesimo disco solido, quadrato ed essenziale che Wooaaargh mette in mano al mondo: i grinder di Saragozza infilano in musica tutto il disagio che si può provare a vivere in una città nel mezzo del nulla in un Paese che, più di tanti altri, ha sofferto le difficoltà dell’ultimo decennio. Il risultato è una sequela di badilate nei denti, traccia dopo traccia, solco dopo solco, per un vinile la cui velocità di crociera è nettamente al di sopra del numero di bpm socialmente accettabile.
Gli Himura non solo ci tengono all’erta perché prima o poi la guerra batteriologica falcidierà il genere umano, questo ormai lo sappiamo, ma vogliono anche ribadire una serie di concetti cardine nella lotta alla società delle disuguaglianze, del capitalismo sfrenato e di tutte le solite cose belle contro cui i grinder sono uno degli ultimi baluardi rimasti.
Dopo il tristissimo scioglimento dei Machetazo e dei Looking For An Answer, il quartetto aragonese, con il proprio terzo album e dopo una dozzina d’anni di militanza, diventa a tutti gli effetti uno dei fari della piccola, ma incazzatissima, scena iberica. Speriamo che almeno loro non vengano sopraffatti dalla vita e continuino a seminare distruzione a lungo.