HINSIDES – Universe Aspire In Mysticism
A un solo anno di distanza dal debutto "Etemenanki's Followers", riecco in giro gli Hinsides norvegesi con il successore "Universe Aspire In Mysticism". Una formazione che non fa sicuramente del fronzolo e della ricerca la propria arma, chi avrà ascoltato la prima fatica degli scandinavi ricorderà il suono crudo legato a certe soluzioni del Burzum nella versione più old, dunque cosa dovremo attenderci da questo secondo capitolo?
La partenza viene affidata a "Dark Matter Dawn", un brano strumentale costituito da un alone drone che serpeggia all'interno di una composizione priva di struttura e fatta di suoni concatenati tesi a formare un fosco e solitario tragitto. È quindi "666 To Nero" a dar fuoco alle polveri e si comprende sin da subito che la forma ortodossa messa in atto in passato è integra, si è però migliorata almeno la produzione e si è tentato di creare un riffing più solido seppur riconducibilissimo a uscite appartenenti alla storia della Norvegia black metal.
È un disco in cui la furia si diletta a farla da padrone sui brevi sprazzi ragionati, privo di compromessi, un prendere o lasciare molto schietto, si percepisce la voglia di variare maggiormente nelle fasi in cui si presentano modalità atmosferiche lievemente più espanse rispetto alle gelide e tirate prestazioni devastanti sul momento, sparute occasioni, ma che ben fanno la loro parte evitando un ulteriore appiattimento sonoro, appiattimento a cui si rischia l'inclinazione quando si punta sull'impatto più che sulla sostanza.
I brani sono spesso di medio-lunga durata e riescono talvolta a fornire un cambio di scenario momentaneo negli attimi in cui prendono respiro come avviene nella parte centrale di una piacevole "Within Infinite Mysteries" e nell'antecedente "Black Witchery Ritual incupendosi atmosfericamente, grigi e compatti come la nebbia prima dell'ennesima e prevista tempesta. Oltre a Burzum impossibile non nominare il duo formato da Nocturno Culto e da Fenriz fra le influenze prominenti che vanno a costituire il suono freddo e rispettoso della canonica esecuzione e composizione in evidente stile devotissimo agli anni Novanta.
Riff ridondanti e splettrati sparati caratterizzano una "Dodenatt" esplosiva e, seppur sia evidente un'immobilità stilistica per scelta, non vedo il motivo di condannare una presa di posizione simile dato che fra revival e mode di turno, c'è chi clona spudoratamente le grandi band mettendo poi in mezzo la puttanata commerciale per accaparrarsi i favori di questo e quello. Gli Hinsides hanno per lo meno il buon gusto di sferrare un attacco con mezzi sì conosciuti, ma non snaturati della cattiveria primordiale che li rendeva belli al tempo e che può ancora attirare chi ama un certo tipo d'ascolti.
Il mondo metal vive spesso di anacronismi, non vedo il perché canzoni come "The Passage" e una malevola "Universe Aspire", pregna d'atmosfere nere intense, non possano entrare a far parte degli ascolti di un oltranzista e sfegatato fruitore del periodo d'oro del genere, così come non credo gli risulti difficile arrivare alla fine di "Universe Aspire In Mysticism" accompagnato dalla conclusiva "Moonlights Path To Darkness".
In definitiva pur rimanendo sulle proprie coordinate guida gli Hinsides hanno fatto un leggero passo in avanti, nel complesso infatti questo secondo lavoro suona più definito, è meglio orchestrato e prodotto, un album che i fan dell'old school black apprezzeranno per la sua capacità di portare indietro le lancette del tempo, per le innovazioni invece bisognerà rivolgersi altrove.