Idolos - Náa

IDOLOS – Náa

Gruppo: Idolos
Titolo: Náa
Anno: 2021
Provenienza: Francia
Etichetta: Non Posse Mori Records
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TRACKLIST

  1. Prolog
  2. The Descent
  3. The Tricks Of Lady Blood
  4. The Miracle Of The Maize
DURATA: 24:08

Vi avevo già parlato degli Idolos lo scorso anno, grazie al loro interessante EP di debutto Ahi Cab: entità venusiane che hanno preso il controllo dei francesi MgRcH e NnK, veicoli della Verità raccontata tramite il mito della creazione per gli antichi Maya, con tanto di volantini in stile Scientology e congregazioni varie ad accompagnare il tutto. Seconda parte di una trilogia, Náa non stravolge la forma del suo predecessore: un EP da 24 minuti, con un prologo e tre brani che illustrano a mo’ di copione e più nel dettaglio gli eventi che hanno portato alla nascita di Hunahpu e Xbalanque, gli Eroi Gemelli della mitologia Maya.

L’iniziale Prolog, nella sua essenzialità, è un’intro ben costruita che viaggia su frequenze che coniugano post-metal e accenti elettronici, Alcest e Cult Of Luna, e introduce degnamente la successiva “The Descent”, che racconta nel dettaglio la discesa di Hun Hunahpu e Vucub Hunhapu nello Xibalba fino al tranello teso loro dai Signori dell’Oltretomba; evidentemente dei vecchi bacucchi che non tolleravano il frastuono dei due che giocavano a palla sopra le loro teste. Come dice il titolo stesso che — a detta della band — significa maternità, l’EP si focalizza in gran parte sulla figura di Lady Blood (Xquic nella tradizione Maya), madre dei Gemelli: è grazie alla sua furbizia che, dopo essere rimasta incinta a causa della saliva di Hun Hunahpu e scoperta da suo padre Gathered Blood, riesce a scampare alla condanna a morte convincendo i messaggeri dei Signori dello Xibalba a risparmiarla, come narrato in “The Tricks Of Lady Blood”.

Se “The Descent” segue ancora dettami prettamente black metal, con la terza traccia gli Idolos sembrano aver recepito le mie ultime parole relative al debutto dell’anno scorso. Notevoli i primi minuti dalle atmosfere psichedeliche e malinconiche, per evolvere in un continuo crescendo di black atmosferico, evocativo e mai troppo spinto; così come merita molto “The Miracle Of The Maize”, soprattutto nel suo finale carico di pathos che si sposa con la parte conclusiva della narrazione. In quest’ultima, dopo vari sforzi Xquic riesce a raggiungere la sua destinazione — in parole povere casa della suocera, madre di Hun Hunahpu — e convincerla di essere la madre dei suoi nipoti, superando un’ultima sfida e guadagnandosi la sua protezione.

Náa è il tipico disco che non spicca per episodi isolati, per qualche riff indovinato o in generale per singoli elementi: la sua arma vincente è l’atmosfera che lo permea da cima a fondo e che, complice la breve durata, lo rende estremamente godibile e sicuramente un bel passo avanti rispetto ad Ahi Cab. Particolarmente azzeccata a mio parere è l’inclusione di alcune parti parlate che aiutano a creare dei nessi tra la narrazione nel booklet e le canzoni, per lo più popolate da scream e latrati ai limiti dell’intelligibile.

Uno solo resta il problema degli Idolos, a questo punto: la durata troppo breve del disco, che lascia l’ascoltatore con un senso di rimpianto per quello che sarebbe potuto essere Náa con composizioni e narrazioni ampliate a dovere. Io continuo a pazientare e incrocio le dita per il capitolo conclusivo della trilogia.