ILL TIDINGS – Signa Tenebris
L’Austria non vanta una scena black metal particolarmente ricca, ma nel piccolo Paese alpino può capitare di imbattersi in progetti musicali di notevole interesse: tra i più recenti vanno annoverati gli Ill Tidings, che con Signa Tenebris giungono al debutto su lunga distanza. Va subito notato come in realtà i musicisti che si celano dietro questa creatura non siano certo dei novellini; del resto gli Ill Tidings esistono da circa dieci anni (anche se erano noti fino a un paio d’anni fa come Unholy Order), periodo nel quale hanno potuto sviluppare la propria personalità prima di cimentarsi con un album vero e proprio. Oltretutto, alcuni dei progetti paralleli dei membri hanno già avuto una discreta rilevanza internazionale, come ad esempio Vástígr, precedentemente recensito su queste pagine.
Black metal, dicevamo, ma che tipo di black metal? Non è poi così banale rispondere a questa domanda, dal momento che la musica degli Ill Tidings racchiude diverse influenze. Sicuramente la proposta è fortemente atmosferica e diretta al tempo stesso, grazie ai lead melodici di chitarra che accompagnano le lunghe (e feroci) sezioni in blast beat che costellano l’album. Certo, non mancano episodi dal sapore decisamente più groovy, in grado di spezzare i ritmi forsennati e concedere saltuariamente dei momenti di riflessione all’ascoltatore. Un ruolo di prim’ordine infatti è assunto anche dalla voce, piuttosto poliedrica e capace di sottolineare al massimo il pathos contenuto nel lavoro del combo austriaco; ho trovato molto significativo il cantato della traccia “Entfesslung”, che sembra assumere una sorta di climax ascendente a livello espressivo. L’acidità dello scream, l’inquietudine dei blast beat, le brevi parti dissonanti sembrano anche legarsi bene con le tematiche dell’album, tra caos, guerra e dannazione. A proposito delle tematiche, la dice lunga il titolo del secondo brano: “Silent Leges Inter Arma” (tacciono le leggi in tempo di guerra in latino), locuzione di Cicerone contenuta nell’orazione Pro Milone, poi ripresa in vari modi.
In generale, pur trattandosi di un debutto, il songwriting appare già molto maturo: anche se la proposta degli Ill Tidings non è eccessivamente complessa — tecnicamente parlando — tutto appare sempre al posto giusto; fattore non scontato, perché sapersi districare nell’incasellare le parti più furiose e quelle più atmosferiche rende anche più facile la memorizzazione dei riff e delle strutture, e questo è certamente un pregio, dal momento che aiuta molto ad assimilare il disco. Un altro punto a favore di Signa Tenebris è nella produzione, decisamente riuscita e attenta a valorizzare tutti gli strumenti, con un basso pulsante e sempre presente, oltre ai suoni potenti ma mai plasticosi al tempo stesso. Tra l’altro per il mastering gli austriaci si sono affidati a Stephen Lockhart, in un certo senso tra i mastermind della scena islandese, che abbiamo avuto il piacere di intervistare tempo fa. Trovo infine interessante anche l’artwork, che sa essere inquietante, di un certo impatto e sufficientemente enigmatico; quanto basta per farci capire in modo esaustivo quale sarà il contenuto musicale all’interno del disco.
Dall’Austria con furore, gli Ill Tidings fanno dunque centro, confezionando un esordio di tutto rispetto che saprà andare incontro ai gusti di chi cerca nomi nuovi all’interno della scena black metal.