Death metal contro la fibromialgia: Immolated moTh

IMMOLATED MOTH – Pain

Gruppo: Immolated Moth
Titolo: Pain
Anno: 2018
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Autoprodotto
Contatti:  Facebook  Bandcamp  Spotify
TRACKLIST

    1. Suffer In Peace
    2. Anger
    3. Insidious Despicable Sickness
    4. Ecocide
    5. Interrupted Reality
    6. Extinction
    7. The Bloody Hunter
    8. Complexity
    9. Heavy Rain
DURATA: 62:43

Per chi si occupa di musica estrema, capita a volte di avere a che fare con lavori che trasmettono poco, a maggior ragione ora che diventa (per fortuna) sempre più facile suonare o registrare anche senza etichette alle spalle. Aumentando la quantità di materiale disponibile, chiaramente diventa più alta la possibilità di imbattersi in cose non necessarie. Ecco, non è assolutamente il caso di Pain, primo album della one man band Immolated moTh.

La storia di Thom Bleasdale è sicuramente peculiare: dopo aver suonato in alcuni progetti dell’underground britannico, la sua vita ha preso una direzione a dir poco tortuosa. Il nemico con cui combatte quotidianamente il musicista, dopo anni di diagnosi sbagliate e trattamenti che lo hanno messo in serio pericolo, è la fibromialgia. Trovandosi costretto ad abbandonare le attività sul palco e in grossa difficoltà nel trovare altri membri con cui portare avanti i suoi progetti, Bleasdale decise di mettersi in proprio e affrontare questo percorso per certi versi catartico, urlando il proprio odio per la malattia, e non solo.

Pain è, infatti, un perfetto compendio di ciò che questo tipo di Death Metal rappresenta. Dolore per la condizione umana, critica sociale verso un sistema che tratta le persone (in particolare quelle malate) come ingranaggi, perizia tecnica, abbiamo già detto dolore? Partiamo subito affermando che c’è un grosso salto di qualità musicale rispetto all’EP uscito nel 2016; inoltre, Bleasdale approfitta del maggiore tempo a disposizione per allargare l’orizzonte della propria accusa ad altri temi (come in “Ecocide” o “Extinction”). Troverete tanto growl e tanta rabbia nei nove brani che compongono il disco, con un posto d’onore riservato alla chitarra. Dovendo trovare un difetto, potrei dire che alcuni pezzi si dilungano un po’ troppo (quasi tutti oltre i sei minuti) e, di conseguenza, il disco può risultare un po’ ostico e, a tratti, ridondante.

Ciò detto, Pain è un disco death metal estremamente genuino, creato con una passione viscerale e grande competenza. Come da tradizione del genere, Bleasdale ha ben chiari i suoi avversari ed è in grado di usare le armi adatte per affrontarli. Consigliato a chi cerca qualcosa di pertinente e vero in un panorama che spesso rende difficile la scoperta di progetti di questo tipo.


Nota: In copertina è ritratto il lottatore di wrestling Nick Mondo durante uno dei suoi tanti, violentissimi death match in CZW. La foto è stata scelta da Bleasdale come rappresentazione visiva della sua quotidiana lotta alla fibromialgia.