INCONCESSUS LUX LUCIS – The Crowning Quietus
È la prima volta che ascolto un lavoro degli inglesi Inconcessus Lux Lucis, ma se la nostrana I, Voidhanger Records ha collaborato con la Invictus Productions, imprimendoci il proprio marchio, ci sarà un motivo. Mi appresto così a inserire nel lettore "The Crowning Quietus", il secondo album realizzato da Malphas (voce, chitarra e batteria) e Baal (basso).
La band propone un black metal imbastardito da inflessioni heavy, speed e thrash, talvolta spingendosi ai limiti dell'area crust e risultando godereccio e dal piglio deciso. L'arrembante proposta è infoltita da sezioni melodiche e interventi di chitarra solista ben incastrati nel contesto e dal gusto prettamente anni Ottanta e Novanta, che lasciano poco spazio all'immaginazione. Ogni singolo tassello del disco è stato comunque fissato in maniera coerente, decisa e indovinata.
Ci vengono così offerte tracce dalla durata medio-lunga che lavorano di gomito ("At The Behest Of The Sinister Impulse"), dalla dinamica apprezzabile ("To Satiate Silence") e in grado di omaggiare con personalità gli Iron Maiden che furono (il maestoso incedere della conclusiva "Fever Upon The Firmament").
Personalità è un po' la parola chiave che guida l'uscita degli Inconcessus Lux Lucis. Pur avendo a che fare con materiale già sentito e strasentito, "The Crowning Quietus" possiede una componente adrenalinica vitale e una visione sonora di insieme propria, forte della buona produzione di Tore Stjerna presso i Necromorbus Studio. Inoltre è dotato di una grafica piacevole da guardare (copertina, retro e illustrazioni del libretto sono opera di Bethany White), perciò risulta perfetto per scrollarsi di dosso il grigiore con una appagante botta di vita, dopo una giornata storta.