Inherits The Void - The Impending Fall Of The Stars | Aristocrazia Webzine

INHERITS THE VOID – The Impending Fall Of The Stars

Gruppo: Inherits The Void
Titolo: The Impending Fall Of The Stars
Anno: 2023
Provenienza: Francia
Etichetta: Avantgarde Music
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TRACKLIST

  1. The Impending Fall Of The Stars
  2. Palingenesis
  3. Where The Oceans Lost Their Light
  4. Sullen Laments Of The Wanderers
  5. Whispering Silence
  6. Endless Nocturnal Mask
  7. Crimson Slumber
  8. While The Night Seizes Of TheBurning Sun
  9. Oracle Of A Forgotten Grief
DURATA: 43:09

The Impending Fall Of The Stars era già stato anticipato su queste pagine da G.E.F. nell’uscita #50 di Extrema Ratio, sul finire del dicembre 2022. Un mese dopo, la seconda fatica di Inherits The Void ha visto la luce grazie all’impegno della sempre attenta Avantgarde, che nel 2021 aveva già prodotto il debutto della one man band, intitolato Monolith Of Light. Ammetto di aver avuto qualche dubbio, perlopiù indotto dalla copertina più carnale di quella del lavoro precedente. Poi ho ascoltato e mi sono ricreduto. Belli i bianchi, i neri e i grigi del monolite di luce, ma la visceralità di questa prova non poteva avere copertina più azzeccata.

Partiamo col mettere in chiaro che The Impending Fall Of The Stars, a differenza di Monolith Of Light di cui rappresenta il diretto successore, in tutti i sensi, non è figlio del solo Antoine Scholtès. No, Inherits The Void non è passato da progetto solista a band senza avvertire anche i sassi e i muschi siberiani della novità (suvvia, è prassi ordinaria), ma c’è comunque stato lo zampino di altri oltre a quello del francese. Alla batteria troviamo il non meglio identificato T, successivamente ringraziato nel libretto dell’opera come Tom “Nhemeton” S., mentre alle tastiere e alle pianole varie c’è Valérie “Svelvith” G. (corresponsabile insieme allo stesso Antoine). Il resto, dalle chitarre alle voci, dai testi alla registrazione e al missaggio, è appannaggio del cosmonauta d’Oltralpe.

Come rilevava già G.E.F. lo scorso inverno, The Impending Fall Of The Stars si pone chiaramente in continuità con Monolith Of Light, ma ha un approccio nettamente più melodico. Black e death metal si incrociano in strani modi all’interno dei nove titoli in scaletta, tuttavia il risultato finale resta perlopiù bilanciato e omogeneo. Le chitarre sono sferzanti come ci si sarebbe aspettato dal terzo album — annunciato senza seguiti di sorta, ma questa è un’altra storia — degli svedesi di Slaughtersun, le trame invece sono ampie, aperte, in dialogo costante tra incursioni a doppia cassa e pause atmosferiche. Un po’ come negli ultimi lavori di Mare Cognitum, volendo, senza però tutti i pesanti strati di synth e cosmicismi con cui Buczarski ci ha viziati. La violenza di impatto del nuovo Inherits The Void è più terrena, più umana, più viscerale. Dall’apripista eponima alla conclusiva “Oracle Of A Forgotten Grief” l’ascolto è uniforme, grazie anche al mastering preciso di Frédéric Gervais, ma mai stucchevole. Al netto di un inframezzo acustico (“Whispering Silence”) un po’ debole rispetto alle altre tracce in scaletta, l’ascolto fila liscio e resta sempre coinvolgente. A riprendere l’attenzione dopo il minutino di tregua successivo a “Sulen Laments Of The Wanderers” ci pensa “Endless Nocturnal Mask”, che ha l’effetto del ceffone in faccia a una persona appena addormentata.

L’unico altro neo che ho riscontrato è rappresentato dalla già menzionata “Oracle Of A Forgotten Grief”, o per essere precisi dalla sua conclusione. Non siamo esattamente davanti a un disco che finisce così de’ botto — non tutti hanno la cattiveria dei Katatonia di “Omerta” — né sarebbe stato il caso di avere una coda alla Midnight Odyssey, però avrei personalmente apprezzato qualche secondo in più prima di essere tirato violentemente fuori dal viaggio musicale proposto da Inherits The Void. Forse, però, la mia reazione sul finale è un po’ troppo dura: in fondo Antoine ci aveva avvertiti dell’incombente caduta delle stelle a cui saremmo andati incontro.