INNERVACUUM – Acceptance
Gruppo: | Innervacuum |
Titolo: | Acceptance |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 21:41 |
Il panorama musicale odierno è colmo di formazioni che suonano post-qualcosa. Tante si vantano e promettono di innovare una scena ormai satura e ripetitiva fino all'inverosimile, quando basterebbe alle volte farsi un bagno di dignità e ammettere che si è derivativi, ma provando a mettere del proprio. I friulani Innervacuum si vanno a inserire all'interno di questa scia, in un mondo fatto di dissonanze e ridondanze, cambi atmosferici netti e disturbanti, riffoni megalitici pesantissimi e stacchi a ripetizione. Chi più ne ha ne metta, la giostra è pronta a sbalzarvi fuori in qualsiasi istante.
Inutile dire che la lezione impartita da band quali Meshuggah e Psyopus, maestri nel confezionare, modellare, smontare, ricomporre e sezionare nuovamente i pezzi in modo da fottere il cervello dell'ascoltatore, mi sia stata fondamentale per approcciare "Acceptance". Tre sole tracce che, debitrici anche a gente come gli Ion Dissonance, portano all'orecchio un sound ben strutturato e maturo.
Ventidue minuti in cui le parole «noia» e «stabilità» vengono seppellite dal movimento cangiante, dinamico e devastante dei pezzi. Gli Innervacuum sfruttano qualsiasi arma sia possibile utilizzare, sono brutali ed efferati nell'apertura "Melancholia" (la più cattiva del lotto); un elastico che si espande e comprime nella dirompente "To Be Void", dalle tinte industriali. E come non dare senso alla dichiarazione rilasciata nel foglio di presentazione, in cui asseriscono che il lavoro è un puro concentrato di violento malessere sonoro e psicologico, se non dando sfogo alla parte più malsana e deviata (anche dal punto di vista vocale) in "Bliss Outshines Nothing".
La produzione, tanto per cambiare, è stata affidata nelle mani dei Fear Studios di Ravenna, tappa frequente di tantissime formazioni nostrane, dato il lavoro ben svolto sinora. Insomma non manca nulla, il piatto è cotto a puntino e servito in tavola, tocca solo cibarsene.
Il biglietto da visita consegnatomi è di quelli che vale la pena tenere sempre con sé, "Acceptance" potrebbe aprire più di una via agli Innervacuum e seguendo i trend d'oggigiorno una etichetta con un minimo di lungimiranza dovrebbe pensare seriamente di prenderli sotto la propria ala. Si spera quindi di avere fra le mani, magari a breve termine, una prova più sostanziosa come minutaggio, a conferma della vena ispirata dei ragazzi. Attendiamo.