IRDORATH – I Am Risen | Aristocrazia Webzine

IRDORATH – I Am Risen

 
Gruppo: Irdorath
Titolo:  I Am Risen
Anno: 2013
Provenienza:  Austria
Etichetta: Noisehead Records
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TRACKLIST

  1. Intro
  2. God Raped
  3. Liar
  4. Minions Of Lust
  5. Sale Of Indulgence
  6. Hammer And Nails
  7. Undead Christ
  8. No Human, No War
  9. Journey To Insanity
  10. Mother Of All Lies
  11. Windgeist [traccia bonus]
DURATA: 47:15
 

Alcuni dischi lasciano trasparire tutto già dalla copertina e dal titolo, e credo che "I Am Risen" degli Irdorath sia uno di questi casi. A partire dal nome, si capisce già che c'è qualcosa che non va: un'incertezza grammaticale vorrebbe indicare il Cristo risorto, in maniera un po' diversa da come si racconta al catechismo (con lo sguardo cattivo e armato di martello e chiodi come nella copertina).

La band austriaca, già autrice in passato di due album rudi di black-thrash cantati in tedesco, tenta stavolta l'assalto a un pubblico più internazionale con testi in inglese e un packaging più curato. Dal punto di vista musicale, non manca niente per un disco di mestiere; i quattro si lanciano in feroci attacchi di chitarra e violente percussioni, con il cantante Markus a guidare il battaglione a suon di urla e odio.

Gli Irdorath mettono sul piatto un paio di canzoni piuttosto solide (come "Hammer And Nails"), pezzi da headbanging ai festival, ma si sente che l'album non offre niente di particolarmente memorabile che dovrebbe spingerci a preferire gli Irdorath a un'altra band simile. Il brano di lancio "Minions Of Lust" è un'accusa alla pedofilia nella Chiesa (con tanto di videoclip nel quale i quattro aiutano una bambina a vendicarsi) ed è aggressivo quanto basta, tuttavia non credo che riesca a dare ulteriori motivi di interesse verso questo album.

"I Am Risen" potrà probabilmente piacere agli ascoltatori duri e puri di black-thrash, ma credo che difficilmente riuscirà a farsi strada nelle collezioni di altri appassionati. Questo disco comunque segna un passo importante nella storia della band, essendo il primo lavoro scritto in inglese e distribuito attraverso un'etichetta in crescita come l'austriaca Noisehead Records.