ISENGARD – Crownless Majesty | Aristocrazia Webzine

ISENGARD – Crownless Majesty

 
Gruppo: Isengard
Titolo:  Crownless Majesty
Anno: 2001
Provenienza:  Svezia
Etichetta: Hemisphere Entertainment
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TRACKLIST

  1. Dreamland
  2. Coming Home
  3. Legends
  4. The Winds Of War
  5. Stormcrow
  6. Dragon Empire
  7. Shadows Of Light
  8. The Crownless Majesty
  9. Armour Of Gods
  10. Poltava
  11. Eye Of The Storm
  12. The Empire 
DURATA: 47:26
 

Il nome potrebbe trarre in inganno, no, non è di Fenriz che si parla, i ragazzi in questione infatti sono svedesi e contemporanei alla realtà black norvegese. Il loro genere è un power-speed dal tratto fortemente epico, una proposta che richiama il primo periodo dei Blind Guardian e i nostrani Rhapsody e in questo specifico caso non scrivo del debutto, bensì di un album maturo, una terza prova che vede sostituire Linus Melchiorsen con Morgan J.Johansson dietro il microfono, cambio che gioverà non poco all’incisività dei brani.

Costruzioni robuste e veloci come "Dreamland" e "Dragon Empire" vengono contrapposte ad altre che vedono nella loro anima inserti riflessivi e dilatati, ne sono esempi lampanti "Shadows Of The Light" e "The Crownless Majesty". Atmosfere ancestrali, legate a tempi che furono imbellite dal sapientemente dosato utilizzo di un quartetto d’archi, del fagotto, strumento poco usuale nel metal, e di un coro gospel che nelle brevi incursioni acuisce la presenza del fattore epic.

Lo sviluppo delle canzoni non ha nulla di realmente innovativo, il nostro orecchio si troverà ad ascoltare partiture basate sui classici tempi in quattro quarti, i cambi improvvisi sono sparuti e privi di un eccessivo o forzato dinamismo.

Ogni membro della formazione svolge il suo degno compito, gli assoli in perfetto stile non brilleranno per inventiva, ma calzano a pennello, mentre il modus operandi vocale di Johansson fa la reale differenza rispetto a quanto udibile nei due capitoli antecedenti, ve ne accorgerete incrociandolo in  "Feel No Fear" e "Enter The Dragon Empire". La sua voce suadente e nel contempo decisa imprime quella spinta che col predecessore era assente, una timbrica e un'impostazione generale più adatta e calata nel genere rispetto a quella di Melchiorsen.

Se amate, o per meglio dire adorate, il power, gli Isengard di "Crownless Majesty" risulteranno al vostro orecchio scontati, del resto nulla tolgono o aggiungono a ciò che già fa parte del vostro bagaglio musicale, quanto meno lo fanno in maniera piacevole. Passatempo.