Ison - Aurora

ISON – Aurora

Gruppo: Ison
Titolo: Aurora
Anno: 2021
Provenienza: Svezia
Etichetta: Avantgarde Music
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TRACKLIST

  1. Jupiter
  2. Waves
  3. Aurora
  4. Meridian
  5. Celestial
  6. Retrograde
  7. Penumbra
  8. Aquarian
DURATA: 01:10:14

Evitando qualsiasi tipo di speculazione e pettegolezzo circa i fatti in questione, va rilevato come la separazione tra Daniel Änghede e Heike Langhans abbia avuto diverse ripercussioni per entrambi sul piano artistico. Se da un lato la voce femminile dei Draconian ha messo su da zero prima i Light Field Reveire con Mike e Scotty dei Sojourner, poi i Remina col solo musicista neozelandese, dall’altro al buon Daniel, uscito anche dai Crippled Black Phoenix nel 2019, è rimasto da portare avanti il progetto Ison. Metabolizzare tutte queste novità, per Änghede, dev’essere stato tutt’altro che una passeggiata e, forse, anche per questo Aurora è ad oggi il disco più intimo e spirituale che il progetto abbia mai pubblicato.

Uscito ancora una volta grazie alla costante collaborazione dello svedese con la nostrana Avantgarde Music, il quarto parto di casa Ison è un disco sinceramente pesante; ma nel senso migliore del termine. Come riportato anche nel libretto annesso, l’opera è stata scritta, composta e registrata in un periodo che va dalla fine del 2019 a oggi, praticamente: una tempistica che ne lascia presagire lo spessore ancora prima di partire con l’ascolto. Le aspettative sono nuovamente alte, forse anche più del solito, probabilmente complici i profondi cambiamenti descritti in apertura e la presenza di numerose ospiti che hanno contribuito alla realizzazione di Aurora; da Cammie Gilbert degli Oceans Of Slumber a Kathrine Shepard (aka Sylvaine), passando per Tara Vanflower dei seminali Lycia, freschi anch’essi di pubblicazione per l’etichetta di Milano.

Alle ospiti presenti su Aurora corrispondono altrettanti brani cui hanno contribuito prestando la propria voce e, nella maggioranza dei casi, fornendo gli stessi testi. La sola presenza di tutte queste cantanti provenienti da ambienti spesso diversi tra loro potrebbe indurre erroneamente a pensare di trovarsi davanti a un disco molto, se non anche troppo, eterogeneo; non è così. La direzione artistica di Ison è chiara, lo è sempre stata, e sebbene ora resti solamente Änghede a portare avanti la baracca non ci sono sostanziali modifiche alla formula proposta. Le atmosfere sono densissime, solcate da onde calme e lente, avvolgenti, in perfetto equilibrio tra darkwave e post-rock.

Sul fronte lirico, invece, si ritrovano le motivazioni dietro una mia precedente affermazione. Le spiacevoli vicende che hanno portato alla nascita di Aurora hanno, di contro, favorito una congiuntura artistica imprevedibilmente fruttuosa, perché i testi raccolti in quest’opera, pur essendo stati scritti da più individui, condividono una lettura delle stesse sofferenze e degli stessi stati d’animo. Comunione con se stessi, comunione con le ombre (“Waves”); viaggi su piani astrali (“Jupiter”); il silenzio, il vuoto, le lacrime (“Aurora”); il ritorno a percepirsi, qui e ora, uno con il tutto e tutto con l’uno (“Meridian”); il ritorno alla percezione delle emozioni, in tutta la loro violenza (“Celestial”); il bilanciamento del bene e del male, nel bene e nel male (“Retrograde”, “Penumbra”); il ritorno alla quiete, in tutta la sua sconfinata vastità e con tutte le possibilità che essa riserva (“Aquarian”).

Settanta minuti non sono pochi da digerire, soprattutto in un momento storico in cui la musica si preferisce di facile consumo, persino slegata al 100% da qualsiasi supporto fisico; ma chi si approccia a leggere una recensione del genere, probabilmente, non è esclusivamente alla ricerca di ascolti fugaci e distratti. Aurora è una delle cose più belle e sognanti del 2021: un disco figlio di uno scombussolamento interiore destinato alla catarsi; un album che, visti gli ultimi tempi, faremmo bene ad ascoltare un po’ tutti. Grazie per essere sopravvissuto, Ison, continui a darci speranza.