Jarun - Rok Spokojnego Słońca

JARUN – Rok Spokojnego Słońca

Gruppo: Jarun
Titolo: Rok Spokojnego Słońca
Anno: 2021
Provenienza: Polonia
Etichetta: Godz Ov War Productions
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TRACKLIST

  1. W Światło Stycznia
  2. Jodły
  3. Widma
  4. Bezimienna
  5. Rok Spokojnego Słońca
  6. Pierwszy Śnieg
DURATA: 47:19

Nati nel 2008 come progetto solista e diventati una band a tutti gli effetti due anni dopo, i polacchi Jarun hanno dimostrato nel corso della loro carriera di essere artisti eclettici, capaci di portare avanti una continua evoluzione accompagnata da una costante ricerca di nuove soluzioni stilistiche. Il loro percorso musicale si è arricchito questa primavera di un nuovo capitolo, il quarto, intitolato Rok Spokojnego Słońca, il primo pubblicato sotto l’egida di Godz Ov War.

Il titolo dell’album, letteralmente «l’anno del Sole tranquillo», termine con cui si indicano i periodi di minimo all’interno dei cicli solari in cui l’attività dell’astro si riduce sensibilmente, è indicativo del suo contenuto. Nei titoli e nei testi dei sei brani che lo compongono — l’ultimo, a dire il vero, è interamente strumentale — vi è un continuo riferimento all’inverno, inteso sia come stagione che come metafora della morte.

Rok Spokojnego Słońca arriva a quattro anni di distanza da quella piccola rivoluzione che ha portato all’ingresso in formazione di Mateusz Kujawa alla voce e Krzysztof Stanisz a una delle due chitarre. Un apporto di nuova linfa concretizzatosi nella registrazione dell’ottimo Sporysz, un disco fortemente influenzato dai suoni di gruppi come i Negură Bunget. Il nuovo lavoro, invece, parte da premesse completamente diverse, come dimostra fin da subito il brano di apertura. “W Światło Stycznia” è infatti una bordata di black metal quadrato e compatto, che solo nel finale si smorza, aprendosi a un riffing dal sapore prog.

La discesa degli Jarun nei meandri oscuri del metallo nero procede anche con l’episodio successivo intitolato Jodły, più disteso rispetto al precedente, ma non per questo meno intenso. Poi a partire da “Widma” la presenza del progressive acquista via via un maggior peso e la struttura dei pezzi diventa più complessa, con un fraseggio di chitarra che dimostra una certa competenza esecutiva e talvolta sfocia in soluzioni quasi jazz, mentre la sezione ritmica si dimostra sempre all’altezza dei repentini cambi di ritmo. Non mancano, inoltre, passaggi orientaleggianti o addirittura ritualistici. Pur presente qua e là sottotraccia, il folk riemerge in tutta la sua gloria nella conclusiva e interamente strumentale “Pierwszy Śnieg”, nella cui atmosfera sembrano visibili i profili delle Cascadian Mountains.

Rispetto ai suoi predecessori Rok Spokojnego Słońca si muove su sonorità decisamente più oscure, con un maggior peso delle influenze black metal rispetto a quelle folk, che sembrano quasi essere state sacrificate. Malgrado ciò, il risultato è un disco complesso, ricco di spunti interessanti e soluzioni ficcanti. Un lavoro che acquista spessore ascolto dopo ascolto e che dimostra l’abilità compositiva raggiunta dagli Jarun nel corso degli anni.