JESS AND THE ANCIENT ONES – 13th Breath Of The Zodiac
Gruppo: | Jess And The Ancient Ones |
Titolo: | 13th Breath Of The Zodiac |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Finlandia |
Etichetta: | Svart Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 08:40 |
I Jess And The Ancient Ones sono una band di Occult Rock e devo ringraziare il chitarrista Thomas Corpse (Deathchain, Forgotten Horror, Winterwolf, ex Demilich) per avermi inviato il sette pollici limitato a cinquecento copie che anticipa l'uscita del debutto ufficiale, che a quanto sembra sarà ancora legato alla finnica Svart Records.
La proposta va inserita nel filone musicale di gruppi come The Devil's Blood, Jex Thoth e Blood Ceremony. La band guidata dalla voce femminile di Jess — supportata da una schiera di validi musicisti — ci propone "13th Breath Of The Zodiac" a mo' di antipasto di due brani: la traccia eponima e una cover dei Coven di "White Witch Of Rose Hall", estratta dal debutto "Witchcraft (Destroys Minds And Reaps Souls)" del 1969, band capostipite di un certo tipo di approccio musicale affascinante ed esoterico, che faceva convivere la natura femminile con il rock spiritualmente impegnato in una direzione ben precisa.
"13th Breath Of The Zodiac" possiede un buon gusto settantiano, discreti intrecci di chitarra e un'aura scura che ben si addice al genere, mentre la voce di Jess non è affascinante quanto quella di altre sue colleghe, mostrandosi più robusta e severa. Le sonorità sono comunque riconducibili ai nomi citati più su, anche se decisamente meno orientate al doom, tuttavia capaci di affondare nella psichedelia. Come singolo apripista hanno puntato sul brano più diretto sinora in loro possesso. Vi consiglio comunque di visitare il canale canale Youtube del gruppo, nel quale potrete guardare e ascoltare le esibizioni di altri due pezzi alquanto interessanti quali sono "Sulfur Giants" e "Into Starlit".
Nulla da dire per quanto concerne la cover dei Coven, ben interpretata, ma che al pari di "13th Breath Of The Zodiac" evidenzia il fatto che i Jess And The Ancient Ones siano ancora alla ricerca di un'identità propria. Questa probabilmente è la lacuna che rende ancora più interessante l'attesa di un album che potrebbe togliere più di un dubbio in tal proposito: «work in progress».