Jours Pales - Tensions | Aristocrazia Webzine

JOURS PÂLES – Tensions

Gruppo: Jours Pâles
Titolo: Tensions
Anno: 2022
Provenienza: Francia
Etichetta: Les Acteurs De L’Ombre Productions
Contatti: Facebook  Bandcamp  Instagram  Spotify
TRACKLIST

  1. Jour De Pluie, Jour De Fête
  2. Saint-Flour Nostalgie
  3. Ecumante De Rage
  4. Tensions
  5. Salumienne Lassitude
  6. Hâve
  7. Ode À La Vie (Chanson Pour Aldérica)
  8. Dose(s)
  9. Les Feuilles Tombent
DURATA: 01:01:18

Jours Pâles prima del cambio nome ed Éclosion poi mi avevano convinto senza alcun dubbio a tenere d’occhio il progetto transalpino Jours Pâles, perché al suo ritorno alla ribalta avrebbe tirato fuori qualcosa di grosso. Sul finire del 2022, quindi a un anno e mezzo scarso dal debutto, Spellbound e soci sono tornati con Tensions. L’album, pubblicato anche stavolta dalla fedelissima LADLO, non è stato esattamente quello che mi aspettavo.

Nel suo progetto collaterale, il frontman degli Aorlhac aveva iniziato riversando post-rock, depressive black e atmosfere vellutate, in una sorta di post-blackgaze avvolgente e sognante, pur restando legato a un immaginario di vita vera e semplice, cittadina per molti versi. Tensions, pur non avendo veramente deviato traiettoria, ha alzato l’asticella — o, almeno, ci ha provato. Questo a partire già dalla copertina. Mentre l’artwork del debutto era stato realizzato dalla non meglio identificata Onodrim, stavolta l’immagine di presentazione dell’opera è stata firmata nientemeno che da un ex Dark Tranquillity, Niklas Sundin. Gli ori, i lilla, gli azzurri: tutto è più concreto e lisergico rispetto alla visione naturale ma straniante che colorava Éclosion, in una maniera che pare anticipare un contenuto più rifinito, ma anche più sognante e meno depresso per l’ultima fatica dei Jours Pâles.

A partire dall’apripista, l’ascolto di Tensions conferma le qualità già presentate in partenza, rese ancora più apprezzabili dalla produzione cristallina di Fred Gervais. Dopo “Jour De Pluie, Jour De Fête”, anche “Saint-Flour Nostalgie” prosegue sulla strada maestra tracciata in precedenza: arpeggi, distorsioni, aperture atmosferiche di impatto, voci che passano dallo sfrenato al declamato. Insomma, ci siamo. L’incantesimo, però, inizia a rompersi a partire da “Ecumante De Rage”, nei cui oltre cinque minuti di post-black tirato ed efferato a un certo punto fa la sua comparsa un riff spaventosamente simile a un altro partorito dai Ne Obliviscaris in “And Flowers Plague The Kaleidoscope” che poi evolve in una serie di movimenti sghembi delle ritmiche un filo destabilizzanti.

Il percorso si fa man mano più accidentato, tanto che gli elementi stranianti anticipati un secondo fa esplodono a un certo punto nella title track. “Tensions” ha il sapore di un pezzo quasi -core con un non so che di quello che oggi si chiamerebbe metal moderno. “Saturnienne Lassitude” prima e “Hâve” poi, fortunatamente, contribuiscono a ridistribuire il peso sui piatti della bilancia. Più canonici, ma soprattutto più emotivi, i brani agevolano il passaggio alla seconda metà della scaletta portando di nuovo il bilancio in positivo per i Jours Pâles, a suon di atmosfere cupe e ombrose, voci strazianti e riverberi. Con “Ode À La Vie (Chanson Pour Aldérica)” si inizia a vedere la fine del tunnel, ma la successiva “Dose(s)” inverte la marcia e in quattro minuti sfodera l’artiglieria pesante, a partire dall’uno-due intro-strofa di apertura che atterrerebbe anche un orso — ma non lo fa, a differenza di certa gentaglia.

Il meglio, per chi ha avuto il fegato di resistere fin qui, giunge alla fine. “Les Feuilles Tombent”, infatti, è senza dubbio l’episodio migliore di Tensions: con il minutaggio più alto, la canzone si pone in netta continuazione con il passato dei transalpini e al contempo in suo contrasto, giustapponendo ottime trovate in pulito e riff in tremolo, blast beat e 4/4 strascicati, armonie minori e scream virulenti, intuizioni squisitamente depressive e passaggi moderni. Non è un viaggio semplice, quello che porta l’ascolto da capo a coda di Tensions.

Le idee sono perlopiù ottime, ma certe volte qualcosa sembra non tornare, passando il limite del post- fino a risultare un pelo di troppo. In generale, però, non si può assolutamente dire che i Jours Pâles abbiano tirato fuori un brutto disco, anzi. La comparsata di Natalie Koskinen degli Shape Of Despair su “Ode À La Vie” è solo la punta dell’iceberg di un lavoro degno di nota. Nel caso in cui, a differenza mia, certe innovazioni di Tensions non ti avessero fatto storcere il naso, gioisci, perché le intenzioni di Spellbound e compagni sono chiare e nitide, stampate in bella vista all’interno del digipak: il terzo album dei francesi è in arrivo.