JULINKO – No Destroyer
La pandemia ha portato diversi artisti a incanalare comprensibilmente sensazioni, frustrazioni e disagi nella propria musica. C’è chi l’ha fatto in maniera decisamente cheesy e poco riuscita, chi invece ha scavato più a fondo tirando fuori qualcosa di diverso e più intimo. Fa parte di quest’ultima categoria anche Giulia Parin Zecchin (alias Julinko), già passata da queste parti con il bellissimo Nèktar. Il suo nuovo EP, No Destroyer, è uno sguardo volto alla propria interiorità, lo sfogo di un’artista che potrebbe essere quello di tanti di noi in un periodo dal fortissimo impatto emotivo e sociale come la primavera del 2020.
Composto e registrato in solitaria anche per cause di forza maggiore, No Destroyer è rarefatto, carico di un’urgenza e una spontaneità che traspaiono anche dall’esigua durata di appena dodici minuti e dalla natura dei sei pezzi, in cui Giulia dà voce a lamenti e litanie su chitarre ipnotiche, sospese nel vuoto e droneggianti anche se non necessariamente pesanti, con episodi come la title track, nonché pezzo portante del disco, che non sarebbe sbagliato definire doom pop. Preghiere, preoccupazioni e paure: in forma più o meno criptica, Julinko mette a nudo una condizione che probabilmente è stata e continua a essere quello di molti, con un’efficacia comunicativa notevole che la mette sullo stesso piano di nomi blasonati; viene in mente Chelsea Wolfe nella sua versione più essenziale e intimista.
No Destroyer, però, non taglia affatto i ponti con chi ha affiancato Giulia in passato: esce innanzitutto in CD tramite Ghost City Collective — che aveva già pubblicato ASH ARK nel 2018 e con Marco Zanella a.k.a Ankubu responsabile di layout e grafiche — e in cassetta su Dio Drone e Dischi Devastanti Sulla Faccia. Ancora al suo fianco c’è il fidato Carlo Veneziano, autore del logo, mentre gli stilizzatissimi ritratti di Giulia sono opera di Linda De Zen. Insomma, with a little help from her friends ma soprattutto grazie a una capacità creativa fuori dal comune, Julinko ha tirato fuori un’altra piccola perla.