KAISERREICH – Cuore Nero
Gruppo: | Kaiserreich |
Titolo: | Cuore Nero |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | De Tenebrarum Principio |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 57:10 |
Seguo i Kaiserreich ormai da parecchi anni, sin da quando venivano accusati di plagiare i Darkthrone nel loro esordio "KRRH". Oggi posso affermare con sicurezza che i difetti della band bresciana sono acclamati e incurabili: incapacità di seguire le mode del momento nel settore black metal; scarsa attività di marketing e diffusione del brand; assenza di comunicati roboanti circa album rivoluzionari e imprescindibili; nessun ospite (ormai bollito) a fare da specchietto per le allodole. Come se non bastasse, lo stile compositivo di Abraxas, Luce, Krieg, Serpent Est e Tyrant Morgan, totalmente ortodosso e fedele agli stilemi più classici del genere, può venire apprezzato unicamente attraverso un ascolto attento e paziente, mentre la maggior parte dei miei colleghi critici ha preferito superficialità e frettolosità negli ultimi tempi.
"Cuore Nero" è il terzo album del gruppo, che va a sviscerare il versante musicale più introspettivo della formazione, quello che maggiormente si avvicina allo spirito del filone depressive-suicidal, senza comunque ricadervi totalmente a livello musicale. Messi da parte il tributo all'autentico black metal norvegese ("KRRH") e il racconto della saga tragica, basata su tradimenti e violenza di "Ravencrowned", il quintetto ha ricalcato le coordinate del brano "Solitudes Of Infinite" (diffuso nello split insieme ai Nocturnal Depression), rallentando mediamente i ritmi e aumentando l'atmosfera dei pezzi, nonché la loro durata. Serpent Est rappresenta la componente più estrema, sciorinando versi in cui la speranza è scomparsa e la morte è accolta come unico momento di pace, utilizzando la lingua italiana e uno screaming peculiare, meno velenoso del solito e più tormentato, che col passare degli ascolti diviene intellegibile e svela con maggiore chiarezza le parole pronunciate. Luce e Krieg invece confezionano riff carichi di tedio e melodie malinconiche, che acquistano dinamismo grazie alla sezione ritmica guidata dalla batteria di Krieg, in grado di evitare staticità e di non cristallizzarsi su soluzioni eccessivamente ripetitive.
La stessa copertina rimanda alle idee di solitudine, gelo, trapasso e sofferenza ovattata, così come la produzione chiara ma opprimente, tesa a esaltare le emozioni negative e l'angoscia senza sterilizzare l'ambiente sonoro. L'unico punto debole risiede nella cassa della batteria, troppo sintetica e inadeguata al contesto.
Parlando delle singole canzoni, i nove minuti in apertura di "Unico Sole" chiariscono immediatamente le intenzioni dei Kaiserreich e sono una sorta di manifesto del disco; "Senza Luce" spicca su tutte per la struttura più elaborata e per l'intensità del riffing; "Ombra Infranta" d'altra parte mostra un animo depressive nella prima parte, mentre "Zero Negativo" chiude il lavoro vero e proprio in maniera strumentale, alleggerendo il carico di negatività, consci ormai del nostro destino segnato. Per quanto riguarda le tracce bonus, "High Hopes" prende i Pink Floyd e li stravolge completamente attraverso un'iniezione di adrenalina e cattiveria con risultati eccellenti, la nuova versione di "Solitudes Of Infinite" invece permette a chi non è in possesso del sette pollici di godere dell'embrione da cui poi nacque concettualmente questo intero album.
Tirando le somme, i Kaiserreich non hanno realizzato un'opera di facile assimilazione per l'ascoltatore medio devoto alla Nera Fiamma e quasi un'ora di black metal più riflessivo del solito e che ripiega su se stesso non è semplice da digerire. Solo degustando "Cuore Nero" con molta calma e concentrazione potrete però carpirne la coerenza e la passione che contiene: ciò non è forse parte del vero spirito black metal?