KANONENFIEBER – Menschenmühle
Farsi notare nel marasma di dischi che escono ogni settimana, quando si fa un genere come il black o il death metal, diventa sempre più difficile. La concorrenza è tanta, e sovente le etichette preferiscono pubblicare l’ennesimo side project di un artista già affermato piuttosto che puntare su un debuttante che propone qualcosa di davvero originale. Talvolta, però, si creano le condizioni affinché alcuni di questi esordienti riescano ad emergere pur partendo da una base totalmente DIY. Questo è il caso di Kanonenfieber, one man band tedesca del polistrumentista Noise che lo scorso febbraio ha pubblicato Menschenmühle, prima fatica del progetto proveniente da Bamberg. Album premiato da vendite notevoli (quantomeno per il genere), Menschenmühle dimostra in primis come sia possibile emergere praticamente dal nulla se il prodotto è all’altezza, anche senza dover rispondere alle esigenze e alle tempistiche delle etichette discografiche. Noisebringer Records, infatti, non è altro che la label gestita dallo stesso Noise.
Questa premessa, che serviva a riconoscere a Kanonenfieber la capacità di aver riscosso immediatamente un buon interesse generale senza materiale pregresso, non spiega però i reali meriti della one man band tedesca. Partiamo subito col dire che questa entità ha debuttato con un’idea piuttosto ambiziosa, un concept sulla Prima Guerra Mondiale dedicato a tutte le vittime di quel conflitto. Meglio fugare ogni dubbio: il focus del disco non è da intendersi come celebrazione della guerra, al contrario, ne rifiuta e denuncia gli orrori e le violenze. A riprova di questo fatto va sottolineato come la copertina in realtà non sia altro che un manifesto di propaganda anti-bellica, intitolato Tutti I Lavoratori Devono Protestare Contro Gli Orrori Della Guerra ad opera del caricaturista e artista ungherese Mihály Biró. Il poster risalirebbe al 1912, quindi prima dello scoppio del conflitto ma in un contesto pieno di tensioni, nel quale Biró lavorava per conto del partito socialdemocratico magiaro. La forte carica espressiva dell’opera è da intendersi come una critica della guerra, che usa persone ignare come carne da cannone, come si suol dire in gergo.
Il rinnovato interesse per una tematica come la Grande Guerra non è una novità nel panorama estremo underground. Abbiamo già visto l’argomento trattato da band come gli americani Minenwerfer, gli ucraini 1914 e i nostrani Orgg. Menschenmühle però si stacca, almeno in parte, dalle coordinate black metal, prendendo spunto anche da una certa tradizione melodic death metal. Il risultato è di estrema coerenza con ciò che si vuole ottenere, con la violenza del black metal a simboleggiare la guerra e le trame melodiche che assumono invece tratti melancolici (l’assolo di “Die Schlacht Bei Tannenberg” è, in tal senso, uno dei punti più alti dell’album), a mimare la disperazione causata dai tragici avvenimenti. Il tutto poi è amalgamato con estratti di discorsi dell’epoca, che aiutano a calarci ancora di più nel mood di Menschenmühle. Non è facile offrire dei punti di riferimento a livello stilistico: la commistione di black-death metal e trame melodiche potrebbe far pensare ai Dissection e a una certa scuola svedese, tuttavia manca l’aspetto esplosivo che rappresenta quel tipo di sound. Qua invece la melodia è utilizzata a scopo più atmosferico e, appunto, malinconico, grazie anche a notevoli inserti acustici.
La variazione sul tema apportata da Kanonenfieber permette inoltre al progetto di segnalarsi per brani particolarmente ben strutturati ed efficaci, in cui le soluzioni adottate sono sempre molto dinamiche e cangianti. Ciò avviene soprattutto nella prima metà del disco, quando il mix di foga e varietà sembra raggiungere l’apice delle capacità compositive di Noise. Tra l’altro, l’album è interamente cantato in tedesco, e questo sembra conferire un’aura ancora più personale a Menschenmühle. L’aspetto della lingua peraltro mi ha in un certo senso ricordato addirittura i Rammstein (“Dicke Bertha”), sarà per l’incedere marziale e lo stile di canto o per l’approccio easy listening di quel brano. La seconda parte del disco forse perde qualcosa in creatività, anche se la chiusura completamente acustica di “Verscharrt Und Ungerühmt” si configura come un altro momento molto rappresentativo di Menschenmühle.
Il progetto Kanonenfieber debutta quindi con un concept ambizioso, reso in musica con coerenza spaventosa e grande maturità. Fare canzoni contro la guerra in salsa black-death metal non dev’essere un tabù, anzi è evidentemente una strada molto interessante da battere anche in chiave futura.