Katatonia - Sky Void Of Stars | Aristocrazia Webzine

KATATONIA – Sky Void Of Stars

Gruppo: Katatonia
Titolo: Sky Void Of Stars
Anno: 2023
Provenienza: Svezia
Etichetta: Napalm Records
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TRACKLIST

  1. Austerity
  2. Colossal Shade
  3. Opaline
  4. Birds
  5. Drab Moon
  6. Author
  7. Impermanence
  8. Sclera
  9. Atrium
  10. No Beacon To Illuminate Our Fall
DURATA: 45:47

I Katatonia sono piezz’ ‘e core, e per quanto su Aristocrazia mi piaccia parlare di roba molto più misconosciuta e improbabile, la band di Anders Nyström e Jonas Renkse occupa un posticino tutto suo nel mio cuore di metallaro, e in quello di tanti altri membri della redazione, tant’è che negli anni li abbiamo incrociati più volte. Per cui, senza se e senza ma, è brutto vedere che qualcosa nell’alchimia di questa creatura si è incontrovertibilmente rotto. Quella che segue è una riflessione personalissima sullo stato di una band ancora oggi unica nel suo genere, nata dopo aver letto questa intervista e travestita da recensione in occasione del nuovissimo Sky Void Of Stars.

Andiamo con ordine: la band di Stoccolma è sempre stata l’unione delle due anime, diverse e complementari, dei suoi due membri fondatori. Dal canto mio, sono sempre stato più legato ai riff che alla voce, per cui ho sempre individuato nella chitarra di Nyström la vera cifra comunicativa del gruppo, senza nulla togliere alla performance sempre sopra le righe di Renkse. Cifra che, inevitabilmente, negli ultimi dieci anni, è andata scemando, perché il buon Anders ormai per i Katatonia non scrive più nulla, ed è solo e soltanto Renkse a occuparsi della composizione. Del tutto irrilevante quindi anche la presenza degli altri tre musicisti, Niklas Sandin al basso, Daniel Moilanen alla batteria e Roger Öjersson alla seconda chitarra, che non fanno altro che aggiungere la propria competenza in sede esecutiva, magari dando qualche nota di colore in fase di registrazione, ma poco di più. Forse proprio questo ruolo gregario ha portato ormai più di dieci anni fa alla separazione con gli storici collaboratori, i fratelli Norrman (e il batterista Daniel Liljekvist poco tempo dopo), ma qui si entra nel campo delle speculazioni.

Quello che è certo è che Sky Void Of Stars, dopo questa lunghissima premessa, è un altro album di Jonas Renkse, anzi, di un Jonas Renkse sempre meno legato al proprio passato e più vicino all’alt rock di gente come A Perfect Circle, se non addirittura di certi Deftones, che non al death metal degli inizi. Certo, il loro timbro è ancora riconoscibile, la pennata di Nyström è sempre quella, così come la voce pulita di Renkse, ma è proprio il concetto alle spalle della musica a essere cambiato. Oggi i Katatonia non dicono «I am ice, I am clear, let the world be cold», oggi i Katatonia dicono «I hope it doesn’t go unnoticed that my body wants to sing / With you» (“Drab Moon”). E no, a me non frega un cazzo di cantare con chiunque lui o lei sia, io volevo qualcuno che mi raccontasse desolazione, distacco, inadeguatezza, tristezza, e volevo che tutto questo arrivasse con un riff grosso così.

Nel 2023, le emozioni che i Katatonia sono stati in grado di condensare in tre quarti d’ora di musica per quasi vent’anni semplicemente non ci sono più. Sky Void Of Stars è tutto fuorché un brutto disco, si sente che è stato scritto da un professionista e suonato e registrato da musicisti di primo livello. A mancare è l’anima. Dieci brani che scivolano senza alcuna scossa, che parlano bene, eppure che dicono molto poco. Ci sto provando, sono giorni che ascolto queste canzoni a ripetizione nella speranza che mi rimanga attaccato qualcosa, ma questo qualcosa non lo riesco a trovare da nessuna parte. E dopo aver letto le parole di Nyström nell’intervista di cui sopra, la sensazione che qualcosa non abbia funzionato e ancora non stia funzionando a dovere in seno alla band è piuttosto forte.

Chissà, a quindici anni Dance Of December Souls era uno dei miei dischi preferiti, a trenta il suo posto è stato preso da The Great Cold Distance, magari a quarantacinque riscoprirò Sky Void Of Stars, per il momento lo metto sulla mensola.