KRAKÓW – diin
Gruppo: | Kraków |
Titolo: | diin |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Norvegia |
Etichetta: | Dark Essence Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 53:10 |
I norvegesi Kraków me li ero persi per strada: lo so, è impossibile seguire tutto e tutti e qualcosa rimane sempre indietro, però di questi ragazzi avevo sentito parlare bene; adesso leggo in giro sulla rete che andranno in tour con gli Enslaved. Intanto è da poco uscito il secondo album "diin" sotto Dark Essence Records, il momento per avvicinarsi alla loro musica sembra proprio essere arrivato.
L'etichetta stoner metal affibbiata alla band mi è sembrata alquanto limitata rispetto a ciò che il disco offre: già dai passaggi iniziali il gruppo scandinavo pare mettere in chiaro che chi si attendesse il classico suono desertico metallizzato rimarrebbe deluso. Le atmosfere sono decisamente differenti, c'è una chiara parvenza post-metal unita a una componente psichedelica anni Settanta dirompente. Intendiamoci, siamo in un territorio che ingloberebbe idealmente formazioni come Mastodon, Isis, Hawkwind e azzarderei echi Pink Floyd, più un'altra decina di nomi a vostra scelta.
Ovviamente il quantitativo di fattore stoner è alto, il cervello è piacevolmente costretto a piegarsi ai voleri di una scaletta che evidenzia strutture alimentate da dissonanze, da fraseggi a ciclo continuo, da accelerazioni impenitenti e dinamiche evolutive che ne ravvivano o smorzano l'incedere, fornendo all'album un andamento frequentemente altalenante. Il cantante René Misje svolge un ruolo fondamentale, amplificando quella sensazione di vagabondaggio sonoro attraverso più dimensioni generata dall'attitudine psichedelica dei brani; è inoltre bravo a diversificare la sua prestazione, il taglio delle linee vocali cambia con discreta frequenza e non rinuncia ad attaccare.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un disco che non è valido solo per ciò che è, dal momento che mette sul piatto della bilancia soluzioni di per sé alquanto note, ma è il modo in cui lo fa a garantirgli una più che discreta scorrevolezza. Il bilanciamento fra parti atmosferiche e aggressività a volte conduce a strettoie buie e cariche di fascino (si vedano a questo proposito episodi quali "Possessed" e "Into The Distant Sky"), mentre in altri frangenti ci si perde dietro una scia strumentale pesante e persuasiva nell'annidarsi contorto dei sintetizzatori. C'è poi qualcosa che incanta in "Mark Of Cain", così come del resto è intrigante la facilità con la quale si snoda la lunga e sentita esecuzione di "Mound".
La produzione dei Duper Studio, affidata alle mani di Iver Sandøy (Enslaved, Trinacria e Emmerhoff & The Melancholy Babies), è eccellente nel garantire una raffigurazione ideale ai vari strati musicali che vanno a sorreggersi l'uno sull'altro, garantendo quel quid in più per ciò che concerne doti quali solidità ed efficacia.
I Kraków possiedono i mezzi per accattivarsi le simpatie anche di patiti di stili differenti, ma affini per doti oniriche e comunicative. Se proprio dovessi trovare un difetto, "diin" paga la pecca di avere come data anagrafica di rilascio il 2012 e una durata totale che probabilmente ne diluisce un po' gli effetti. Nel complesso però è un lavoro che avrà vita facile all'interno delle playlist e degli stereo di coloro i quali si nutrono di questo tipo di uscite. Non so se col passare degli anni diverrà un disco di riferimento, se riuscirà a entrare nella vostra testa come ha fatto nella mia, posso assicurarvi però che i valori espressi dalla band sono alti e un nome che produce musica di tale qualità va decisamente seguito.