KRALLICE – Crystalline Exhaustion
In un’epoca nella quale praticamente ci si spostava ancora a bordo di carrozze trainate dai cavalli, durante un’ora di letteratura leggemmo il famoso poema The Rime Of The Ancient Mariner di Samuel Taylor Coleridge. Per qualche strano motivo, non ho mai veramente dimenticato l’atmosfera lugubre e spettrale che il poeta inglese evocava nella sua descrizione dei ghiacci attraverso i quali si era trovato a navigare il malcapitato protagonista di questi versi.
Gli stessi brividi provati durante la lettura di Coleridge si sono riproposti di recente quando ho ascoltato Crystalline Exhaustion, ennesima zampata dei Krallice, a pochissimi mesi di distanza dall’uscita di Demonic Wealth (citato anche negli ormai tradizionali listoni aristocratici di fine anno).
Come è ormai consuetudine per chi segue la formazione statunitense, i Krallice preferiscono non ripetersi e curano tutto nei minimi dettagli, a partire dalla copertina, che contribuisce a rendere ancora più tangibile la sensazione di qualcosa di sinistro e sanguinoso che si muova sotto i ghiacci, pronto ad azzannare le ignare vittime.
Questo sentimento è corroborato dalla costante inquietudine che i Nostri sono particolarmente abili a creare e rendere fortemente tangibile. Nella prima parte di Crystalline Exhaustion vediamo affermarsi maggiormente la componente più spigolosa e pesante delle sonorità dei Krallice, dove la band non si risparmia quanto a dissonanze ed atmosfere soffocanti.
Proseguendo nell’ascolto del disco, però, l’anima tagliente della band viene stemperata sempre di più dai synth, che diventano poi una sorta di collante, facendo sì che la narrazione sonora di Crystalline Exhaustion si faccia via via più asfissiante. La title track, che conclude l’album, sembra concedere qualche momento di respiro, ma è solo una sensazione apparente: anche qua ci si ritrova catapultati in una corsa folle verso un abisso illuminato solo dal sinistro bagliore dei ghiacci.
Crystalline Exhaustion reitera ancora una volta come i Krallice siano una realtà estremamente interessante del panorama statunitense; oltre ad essere una band molto prolifica, con ogni nuova uscita i Nostri sanno come reinventarsi a sufficienza da non risultare monotoni, pur mantenendo uno stile distinto: sono proprio queste le conferme che piacciono.