KRALLICE – Ygg Huur
Gruppo: | Krallice |
Titolo: | Ygg Huur |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | U.S.A. |
Etichetta: | Avantgarde Music |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 35:34 |
Approcciare un disco dei Krallice, lasciatemelo dire a costo di suonare banale, è sempre un macello. Il caos ordinato (ma nemmeno troppo) che la band di Brooklyn propone va assunto a piccole dosi e con la giusta inclinazione d'animo per poter essere apprezzato appieno. Data la distanza triennale che ha separato "Ygg Huur" (titolo ispirato all'opera di Giacinto Scelsi) dal suo predecessore "Years Past Matter", nutrivo un discreto interesse nei confronti di questa uscita, arrivata in realtà in sordina tramite Bandcamp in un primo momento (ovviamente non me n'ero nemmanco accorto) e poi divulgata al pubblico grazie all'occhio attento di Avantgarde, che una volta di più dimostra di essere sempre sul pezzo.
Come al solito lontanissimi dagli stilemi del black metal (se mai vi sono rientrati), i Krallice con "Ygg Huur" si distanziano in parte anche dalle proprie produzioni precedenti, sebbene senza realmente abbandonare i punti cardine del loro credo musicale in alcuna occasione. A testimonianza di ciò, l'elemento che più balza all'occhio e all'orecchio è la lunghezza dell'opera, poco più di trenta minuti, la metà di uno qualsiasi dei loro dischi precedenti: questo non si traduce tuttavia in una semplificazione del paradigma musicale, anzi all'opposto la matrice math è quantomai presente e accentuata. Il sound, ridotto all'osso e più grezzo rispetto al predecessore, perde ogni tipo di pomposità e mette ancor più in risalto le labirintiche ragnatele musicali create dalle chitarre di Marston e Barr, sempre accompagnate egregiamente dalle inafferrabili ritmiche di Lev Weinstein, formidabile dietro le pelli.
La varietà non manca, si va dal post-metal in mid-tempo dell'apertura "Idols" alle accelerazioni di "Wastes Of Ocean", pezzo piuttosto dritto per gli standard del gruppo, passando per i vortici dello stupendo "Over Spirit", il migliore dell'intero disco a mio avviso, in grado di trascinare l'ascoltatore in un violentissimo mulinello di distorsioni per poi spiazzarlo con stordenti dissonanze. Quel che segue non è da meno: in "Tyranny Of Thought" si avvertono lontane reminiscenze black metal, mentre "Bitter Meditation" alterna riff tanto oscuri che non sfigurerebbero in un disco dei Portal in alternarnza ad aperture, risonanze e dissonanze shoegaze.
L'intricatissima "Engram" chiude infine un album impossibile da descrivere a parole, di certo non perfetto, ma come sempre quando si parla dei Krallice coraggioso e cervellotico, in grado di intrappolare e stritolare l'ascoltatore nella sua tela, così come di annoiarlo a morte. Il confine d'altra parte quando si parla di questa tipologia di opere è sempre sottile: voi da che parte state?