KRISTIAN HARTING – Float | Aristocrazia Webzine

KRISTIAN HARTING – Float

 
Gruppo: Kristian Harting
Titolo: Float
Anno: 2014
Provenienza: Danimarca
Etichetta: Exile On Mainstream Records
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TRACKLIST

  1. Soul Collector
  2. Feathered Ghosts
  3. Queen Of The Highway
  4. Sole Dancer
  5. Kamikaze
  6. Walk With Thor
  7. First Applause
  8. Balance
  9. Float
  10. Precious Freedom
DURATA: 33:27
 

La musica utilizzata come mezzo per raccontare e raccontarsi, come tramite spirituale fra il compositore e l'ascoltatore: di sicuro non è la prima volta che alle note e alla voce viene chiesto di ricoprire questo difficile compito ed è ciò che l'artista danese Kristian Harting ha sentito il bisogno di fare nel suo album di debutto da solista intitolato "Float".

Harting è un musicista navigato, uno di quelli che ha suonato un po' di tutto, con trascorsi sia nel mondo metal che in quello rock, e che ha deciso di mettersi in gioco con una prima uscita dall'aspetto minimale, in cui il ruolo della chitarra acustica, dei fasci di sonorità lievemente drone ed elettroniche e la semplice vitalità del folclore più intimo e riflessivo vengono a contatto con una corrente emotiva struggente, a tratti cromaticamente grigio-buia. In questo processo però lasciano aperto un piccolo e recondito spiraglio di luce che permette alla mente di non affondare completamente in uno stato di malinconia perenne, una sorta di salvagente in grado di tenerla costantemente a galla.

L'artista in effetti pare proprio galleggiare in uno specchio d'acqua immobile e risulta quindi comprensibile aver scelto "Float" come titolo per il disco, a conferma di uno status sentimentale combattuto, ma in fase di appiattimento difensivo. È un modo come un altro per tentare di ritrovare il proprio equilibrio, dopo aver vissuto un periodo burrascoso, una sorta di pilota automatico che innescandosi tende a stabilizzare la situazione, consegnandoci sia brani più veraci, nervosi e spettrali come "Feathered Ghosts", "Queen Of The Highway" e "Kamikaze, sia altri più delicati e onirici quali "Sole Dancer", "Walk With Thor" e lo stesso "Float" che, seppur in parte, tentano di contrastare la sottile ma inesorabile scia di tristezza e frustrazione che pervade il lavoro, avvalendosi di un animo sofisticatamente pop.

"Float" è un'elegante forma di disagio che, col tempo e l'aumentare degli ascolti, si tramuta in un piacevole abbraccio. L'oscurità che lo attraversa non è di quelle che incatena, anzi dà la possibilità a chi vi si addentra di guardarsi attorno, alla ricerca di un rifugio quel tanto che basta a trovarlo; rifugio sicuramente adatto ad accogliere chiunque abbia fra le proprie preferenze musicali signori come Jeff Buckley, Mark Lanegan e Conny Ochs, compagno di Kristian all'interno della scuderia Exile On Mainstream. Se siete fra questi, non perdetevi ciò che il lavoro di Harting potrebbe offrirvi.