KYOTY – Isolation
Gruppo: | KYOTY |
Titolo: | Isolation |
Anno: | 2022 |
Provenienza: | USA |
Etichetta: | Deafening Assembly |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:10:10 |
Gli anni della pandemia hanno lasciato un segno profondo nella vita di tutti. Ogni persona ha dovuto trovare la propria maniera di metabolizzare il traumatico evento, nondimeno gli artisti.
Questo duo di Dover, New Hampshire, che risponde all’acronimo di KYOTY, ha messo a frutto il periodo di isolamento a partire dal famigerato marzo del 2020 ponendosi l’obiettivo di comporre un brano a settimana. Tutte le fasi, dalla composizione al mastering, sono state fatte a distanza e hanno infine dato vita a una raccolta chiamata, senza misteri, Isolation, riedita a febbraio di quest’anno per Deafening Assembly. Sistemati sotto la categoria dell’atmospheric sludge/post-metal strumentale, i KYOTY (acronimo di Keep Your Opinions To Yourself) sono riusciti a incidere con grande efficacia tutte le sensazioni ed emozioni che hanno sconvolto il mondo durante la quarantena.
L’album si apre infatti con la traccia “Quarantine”, la cui pesantezza ci riporta subito indietro di due anni. Siamo quindi accolti dall’incedere lento e cadenzato della batteria che è come un trascinarsi avanti e indietro, senza meta né riposo, mentre le profonde distorsioni degli strumenti a corda ci abbracciano con i loro riff profondi e ripetitivi. Una voce femminile in sottofondo ci racconta una storia di grande tristezza e sconforto, di buio e tanta solitudine. A seguire, il pezzo “Ventilate” introduce evidenti elementi industrial a sostegno di uno sludge atmosferico molto intenso; il fruscio ventoso di un mantice tiene il tempo e sembra volerci costringere allo stesso ritmo per tutto il brano. In contrapposizione a questa angoscia arrivano però momenti più rabbiosi, di fuga, dipinti attraverso ritmi più veloci e marcati e da riff più sostenuti. Come se la musica potesse farci scappare via dalla frustrazione, ma il mantice fosse ora il nostro respiro corto e pesante. Anche in questo caso il riferimento alla sensazione di soffocamento della malattia e della clausura è palese e decisamente vivido.
Arrivano quindi i due pezzi più rabbiosi dell’album, che sono “Onus” e “Holter”. La chitarra grida la sua tragica melodia come una richiesta d’aiuto che, tuttavia, si perde nell’eco e nel rumore. La batteria irrompe improvvisa con accelerazioni frenetiche mentre il basso ottenebra ogni sforzo con la sua densità vibrante. Il lungo percorso di Isolation è una prigione di solitudine, stress e tristezza, ma non solo. È degna di ulteriore nota infatti la traccia “Faith”, che si distacca dall’atmosfera compatta delle altre nove, raccontandoci, seppur con sofferenza, che arrendersi non è un’opzione. Il sottofondo sinfonico illumina riff più calmi e consapevoli, seppur duri, e aggiunge una microscopica parte di dolcezza all’esperienza acustica, che rappresentare nientemeno che la speranza stessa.
I KYOTY sono composti da Nathaniel Parker Raymond per il basso e l’artwork e Nick Filth alla chitarra, batteria e agli arrangiamenti. Già attivi con la stessa formazione dal 2010, hanno pubblicato l’album Remanufactured Realm of Ancient Annihilation nel 2017 e molti altri EP e split negli anni, senza considerare la svariata quantità di altri progetti musicali e non in cui sono coinvolti. Stando alle sue interviste, infatti, Filth sostiene che esiste una finalità comune che lega tutte le realtà artistiche, che sarebbe la capacità comunicativa intrinseca dell’arte stessa.
Nell’ambito musicale, il poliedrico duo ha all’attivo molti progetti in cui esplorano generi diversi, che vanno dal metal all’elettronica. Psychic Wounds per esempio è la band doom metal in cui Nick Filth è frontman, mentre Conquered è il visionario progetto solista di “Nat” Parker Raymond. Inoltre Filth porta avanti altri progetti solisti come Dungeon Dog, un goth rock anni ‘80, Trembling Love, N’zwaa e UNISEX.