LAMORTE – Vie
Da qualche tempo a questa parte, è diventato sempre più frequente imbattersi in progetti legati all’universo del post-metal e dello sludge provenienti dalla Spagna, che storicamente non era uno dei Paesi più prolifici in questi ambienti. Nei mesi abbiamo avuto modo di conoscere band solide come i Marasme o ancora acerbe come i Keziah, con le loro peculiarità e una evidente voglia di farsi scoprire. Dopo le Baleari e il Paese Basco, stavolta ci spostiamo verso Siviglia per fare la conoscenza di un altro nome emergente, in questo caso più vicino alle sonorità del post-hardcore che a quelle del doom: Lamorte.
Sì, non nascondo che il nome del sestetto (più un turnista alla batteria per la registrazione) abbia giocato un ruolo di rilievo nel catturare il mio interesse, facendo subito leva sul contrasto sia linguistico (italiano/francese) che semantico (morte/vita) con il titolo del lavoro, Vie. La band nasce nel 2018 dall’incontro tra i membri di gruppi come Subliminal Chaos, Mordida, Scumworm e Deviante, scegliendo l’insolita formazione a tre chitarre con Frank Serrano, Adri Sin Fe e Juanma Lavado. Si mette poi subito all’opera ai Sacramento Labs di Siviglia e, grazie al lavoro congiunto di un elenco quasi infinito di etichette, pubblica Vie nel marzo del 2019 in una discreta edizione digipak, rallegrata dalla corona funebre di fiori in bianco e nero della copertina.
Arriviamo così alla musica: sei brani per una ventina di minuti totali, in cui i Lamorte fanno sfoggio di un’ottima conoscenza del mondo di riferimento, passando senza troppi problemi dagli Amenra ai Converge, senza tralasciare frammenti apparentemente più rilassati, sparsi qua e là nell’arco della Vie. Il concetto alla base dell’album è la relazione tra la sfera fisica e quella psichica della vita, essendo la nostra presenza materiale limitata nel tempo — così come nei ricordi delle persone — la creazione artistica è vista come veicolo per la memoria, l’unico modo per rendersi in qualche modo eterni.
È un peccato che la band abbia deciso di non inserire i testi, ma il disco resta decisamente godibile anche senza capire proprio tutto tutto quello che viene urlato. Faccio i miei complimenti ai Lamorte per aver contribuito con Vie ad allargare ancora il raggio d’influenza delle post-cose in giro per il mondo, nell’attesa di conoscere i loro programmi futuri.