LASHBLOOD – Plasticine People
Gruppo: | Lashblood |
Titolo: | Plasticine People |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Sigillvm Tenebrae Records / S.N.D. Production |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 28:07 |
La scorsa estate ebbi la possibilità di addentrarmi nella scena estrema della città di Stavropol — un avamposto russo nato sul finire del '700 per arginare l'impero ottomano, oggi centro con oltre quattrocentomila abitanti — grazie a una compilation della S.N.D. Production, sigla che sta per Stavropol Nekrodivision. Uno dei sei gruppi coinvolti era proprio quello dei Lashblood, con due tracce estratte dal primo album "Philosophy Of Self-Flagellation: Being And Nothing". Quest'anno invece la band ha rilasciato l'ep "Plasticine People", supportata da quella stessa etichetta in collaborazione con la Sigillvm Tenebrae Records.
Si tratta di cinque brani per una mezz'ora di musica, di cui tre inediti e due cover, dove l'avantgarde black metal dei Russi evolve attraverso strutture allentate e intuizioni improvvise, non per niente fra le influenze citate dalla formazione sulla pagina Facebook ci sono Arcturus, Ved Buens Ende e Code. Fatte queste premesse, non sorprenderà avere a che fare con la vocalità cangiante di Sadist (che spazia fra toni teatrali, momenti epici e altri di classica aggressività black metal), il riffing nervoso generato da Shapeshifter, le incursioni jazz da parte del sax di Sunset e poi melodie, atmosfere cupe e talvolta vagamente industriali, campionamenti e un continuo saliscendi ritmico senza soluzione di continuità. Il tutto scorre molto fluido, coeso e mai cervellotico, entusiasmando — pur senza realmente sbalordire — in "Plasticine People" e "Cien Anos De Soledad" (ispirata all'omonimo romanzo di Gabriel García Márquez, in italiano "Cent'Anni Di Solitudine"), i picchi qualitativi assoluti, mentre "Kaleidoscope" è una chiusura oscura e atmosferica, interamente strumentale. Il lavoro di squadra compiuto dai sei musicisti — supportati da altri due elementi per la scrittura dei testi, che non posso giudicare essendo in cirillico — è buono e livellato al suo interno, tanto che non riesco a citare qualcuno particolarmente sugli scudi.
Per quanto riguarda le cover di "Mercury" dei Voivod (da "Phobos", 1997) e "Lifeless" dei Darkthrone (da "Ravishing Grimness", 1999), entrambe risultano irrobustite ma sostanzialmente fedeli rispetto agli originali, con qualche leggero tocco più personale qua e là. Per questo motivo le ritengo interessanti soprattutto per capire l'ampia portata del bacino di influenza dei Russi, piuttosto che per la loro (relativa) qualità intrinseca.
Le sensazioni positive ricavate dalla musica vengono amplificate anche sul lato più formale della proposta, dove la produzione è un buon compromesso fra la necessità di mettere in risalto le sfumature e quella di restare graffiante per garantire un impatto frontale. Sul versante grafico invece la copertina perversa (fotografia di una scultura) e le illustrazioni interne al libretto ben si sposano con l'animo deviato del gruppo. Complessivamente la confezione digipak è davvero ben realizzata.
Tirando le somme, se da un lato mi dispiace non aver potuto ascoltare una maggiore quantità di materiale firmato Lashblood, dall'altro il fatto che i loro pezzi abbiano spiccato su band così famose è un ottimo segnale, che mi porta ad annotare con fiducia il nome della formazione di Stavropol nel mio personale taccuino, per avere futuri riscontri. Penso proprio che non me ne pentirò!