Lauge & AES Dana - Terrene | Aristocrazia Webzine

LAUGE & AES DANA – Terrene

Gruppo: Lauge & AES Dana
Titolo: Terrene
Anno: 2022
Provenienza: Danimarca / Francia
Etichetta: Ultimae Records
Contatti:

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TRACKLIST

 

  1. Aerochord [Apsis edit]
  2. Coriolis Effect
  3. Amalthea [Innerve edit]
  4. Hiding In The Clouds
  5. Omrids
  6. Strommast [Amperes edit]
  7. Terrene Part 1
  8. Terrene Part 2
  9. Finnmark
  10. Hindmost
DURATA: 74:25

Vincent Villuis è un poliedrico artista della scena di Lione, attivo da oltre vent’anni principalmente in ambiti IDM, ambient e trance. Oltre a lavorare come DJ e sound designer, è anche compositore dapprima come parte del duo Asura, poi sotto lo pseudonimo AES Dana, e come produttore attraverso la casa discografica Ultimae Records di cui è co-fondatore insieme a Sandrine Gryson, anche lei attiva nel settore col nickname Mahiane. Nel corso della sua carriera ha incrociato diversi lati del mondo elettronico, dalla coldwave-industrial della sua formazione artistica (Villuis nasce come bassista-cantante, attivo in svariati gruppi del ricchissimo underground francese) alla world music e ambient di cui fa largo uso come compositore per film e documentari più o meno indipendenti, tra cui spicca l’interessante colonna sonora scritta per Atrophy Bank del pluripremiato visual artist Sam Asaert.

A questo curriculum di tutto rispetto in questo caso va sommato Lauge, al secolo Henrik Laugesen, compositore danese presente in una quantità di compilation e collaborazioni con altri artisti, principalmente in campo psy-ambient. Per intenderci, è uno di quei produttori che lavora nell’ombra, comparendo spesso ma quasi mai con il proprio nome sugli scudi.

La presentazione in questo caso è più lunga del solito, ma doverosa in quanto mi sento di affermare che per entrambi i nomi vale il vecchio modo di dire: esplorateli a fondo e cadrete sempre in piedi. Entrambi sono caratterizzati da un livello costantemente alto e rappresentano una garanzia di successo per chiunque cerchi suoni avvolgenti e ispirati.

Terrene è datato dicembre 2022, frutto della inedita sinergia tra i due autori. Non ho a disposizione credits che indichino i singoli contributi alle tracce, se non il fatto che il mastering è stato finalizzato da Villuis presso i suoi Ultimae Studios che alimentano praticamente tutta l’omonima casa discografica. Il sound dell’album consta interamente di sintetizzatori e beat elettronici, collocandosi a seconda del momento tra una trance particolarmente downtempo e forme di ambient relativamente mosse, alternando parti guidate da drum machine e momenti in cui si viene cullati interamente da synth. Due elementi che spiccano rispetto al resto della produzione in questi sottogeneri sono l’impeccabile gestione dei bassi, spesso molto potenti ma mai sgarbati, e la capacità di suggerire l’idea di movimento, tramite l’abbondante uso di arpeggiatori, e allo stesso tempo quella di staticità rappresentata dai profondi tappeti di texture sonore. Data la natura del genere, è difficile valutare un album traccia per traccia, ma “Omrids” e la lunga suite in due parti “Terrene” — che presta il nome all’album — rappresentano probabilmente gli episodi migliori di un disco comunque estremamente omogeneo, con la sola “Hiding In The Clouds” che spicca per l’assenza completa di beat, ponendosi come momento drone-ambient.

L’intento di questa opera esula evidentemente dal far ballare l’ascoltatore e i due si dedicano interamente a un magistrale esempio di soundshape: le dieci tracce interamente strumentali ci accompagnano in un lungo viaggio fatto di visioni sconfinate, degne del recente documentario Frozen Planet II di David Attenborough. Non siamo probabilmente davanti a una uscita in grado di fare la storia o di ispirare future generazioni di musicisti, tuttavia mi sento di affermare che AES Dana e Lauge abbiano indovinato in questi settantaquattro minuti la summa di tutto quanto venga normalmente cercato in questo genere di ascolti.

Ai lettori di questi lidi, probabilmente più avvezzi a sentirsi proporre forme musicali più aggressive, non ho che un consiglio da dare: fidatevi. Munitevi di un paio di cuffie o casse in grado di riprodurre fedelmente l’enorme spettro di frequenze di Terrene, prendetevi un paio di ore libere e immergetevi a fondo, non ve ne pentirete.